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Si ferì inciampando sul tombino, sindaco condannato: la Cassazione annulla la sentenza

Dopo la decisione della quarta sezione penale, il primo cittadino tira un sospiro di sollievo: “È ora che la politica porti avanti una riforma per definire i limiti delle responsabilità dei sindaci”

Controllare e riparare qualsiasi anomalia della strada è per la Cassazione “un compito esorbitante rispetto a quelli il sindaco è chiamato a governare”. È in sostanza questa la motivazione della Corte di Cassazione che ha annullato la sentenza di primo grado inflitta dal giudice di pace al sindaco di Quinto Vicentino, Renzo Segato. Il primo vicentino era stato infatti condannato nel 2021 a pagare 300 euro di multa ritenendolo colpevole del fatto che una donna era inciampata su un gradino di pochi millimetri davanti a un tombino sul marciapiede,  cadendo e procurandosi delle lesioni.

Il fatto accadde nel 2016, in via degli Eroi a Quinto Vicentino e la vittima dell’incidente sporse denuncia contro il Comune, vincendo la causa 5 anni dopo, dopo un lungo dibattimento. La decisione del giudice scatenò numerose polemiche da parte di molti sindaci, con al centro del dibattito proprio i limiti delle responsabilità dei primi cittadini. Segato si oppose, presentando ricorso verso la sentenza e la quarta sezione penale ha accolto ieri le sue istanze, annullando la condanna e ordinando un nuovo processo, sempre davanti al giudice di pace, al fine di riesaminare il caso. 

“Ho atteso con fiducia l'esito del ricorso presentato in Cassazione avverso la sentenza di condanna in primo grado inflitta dal Giudice di Pace per il reato di lesioni personali colpose ed ora accolgo con grande soddisfazione l'annullamento di quella sentenza da parte della Corte di Cassazione. Ho presentato ricorso per tutelare, ancor prima della mia immagine e onorabilità, la figura istituzionale del sindaco - ha commentato Segato - Spero che questa sentenza possa far desistere altri giudici a inquisire e condannare i Sindaci solamente per il ruolo che ricoprono, a prescindere dai fatti verificatisi e dalle azioni compiute od omesse". “E su questo tema - conclude il sindaco - è giunto il tempo che la politica porti avanti una riforma legislativa non per garantire  impunità della figura del Sindaco ma per definire i limiti delle sue responsabilità”

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