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Coronavirus, il punto di Luca Zaia: «I parametri ci dicono che di fatto siamo in zona bianca»

La situazione aggiornata sull'epidemia da Covid-19 in Veneto con i bollettini del 21 maggio e le considerazioni del presidente della Regione

«Oggi il dato più buono della storia dell'infezione, dimezzati i positivi in una settimana». Con queste parole il presidente della Regione Veneto ha snocciolato nella conferenza stampa di venerdì, i numeri del bollettino di Azienda Zero sull'infezione da Covid-19. Nelle ultime 24 ore sono 274 i nuovi contagi che, su 31.295 tamponi, rappresentano un'incidenza dello 0,87%. Gli attualmente positivi sono 11.791 Buone notizie anche sul fronte ospedaliero con 878 (-78) ricoverati, dei quali 770 (-34) in area non critica e 98 (-1) in terapia intensiva. Sono stati invece 14 i decessi per il virus. 

«Sulla carta siamo in zona bianca, ma bisogna rispettare il protocollo e aspettare il 7 giugno», ha commentato Zaia, aggiungendo: «Non è la festa della liberazione, dobbiamo stringere i denti sapendo che siamo aiutati da una macchina della sanità che funziona». I parametri attuali del Veneto sono: Rt 0,74; incidenza 44,9 su 100mila abitanti; 9% di incidenza sia in area non critica che in terapia intensiva. 

«Le vaccinazioni stanno andando bene e ci aiutano a venir fuori da questo incubo - ha aggiunto Zaia - ci stiamo avviando ai 2,5 milioni di dosi. Quando supereremo il 50% dei vaccinati non porteremo più la mascherina all'aria aperta, diventerà un accessorio per i luoghi affollati». Attualmente più del 98% degli over 80 sono stati vaccinati con almeno una dose mentre tra vaccinati e prenotati, l'84,7% della classe 70-79 ha aderito alla campagna vaccinale, l'80,1% dei 60-69, il 68% dei 50-59 e il 46% dei 40-49. 

«Ci sono 43mila posti liberi da qui al 16 di giugno, rinnovo l'appello ai 40enni per prenotarsi», ha concluso Zaia, intervenendo anche sugli operatori sanitari che rifiutano la vaccinazione: «In Veneto come in Italia rappresentano il 10%. La vaccinazione è volontaria, il decreto a fine mese impone la vaccinazione obbligatoria ai sanitari con tutto un percorso. È ovvio che un dipendente della sanità si trova la regola cambiata e questa è una materia molto ostica. il decreto impone di dare la possibilità di vaccinarsi, dopo di che arriva la sospensione o ricollocazione, ma ho l'impressione che questa cosa si trasformerà in un mare di scartoffie che durerà anni. La contestazione non può essere quella che la sperimentazione è stata troppo breve. Ognuno di noi ha portato il suo piccolo contributo assumendosi una parte di rischio perché il vaccino è un farmaco. Abbiamo fatto questa scelta per la difesa non solo di noi stessi ma della comunità». 

BOLLETTINO ORE 8 DEL 21 MAGGIO

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