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La rete ecologista e la contaminazione da Pfas: «Boicottare la Pedemontana»

Mentre la Spv è pressoché ultimata gli attivisti alzano il livello dello scontro mettendo in relazione il dossier dell'inquinamento da derivati del fluoro col carico ambientale sull'habitat veneto addebitato alla Spresiano-Montecchio. Nel frattempo si accendono i fanali anche sulla magistratura: che sui dossier più scottanti viene accusata di essere tutt'altro che incisiva

«Bisogna boicottare la Superstrada pedemontana veneta perché è una mini Miteni conficcata nel ventre delle colline fra la valle dell'Agno e il comprensorio del Leogra. I cantieri della Spv in via di completamento infatti hanno contribuito alla pesante contaminazione da derivati del fluoro, i Pfas,  che già ha colpito l'Ovest vicentino». È questo il j'accuse lanciato da una quindicina di attivisti della rete ambientalista berica che ieri 29 dicembre si sono dati appuntamento a Malo in zona Vallugana, una fra quelle che più hanno patito i disagi della grande arteria che proprio da ieri connette Spresiano nel Trevigiano a Montecchio Maggiore nel Vicentino.

LE INTERVISTE
I comitati i legali di chi ha patito i disagi (anche a favore dei microfoni di Vicenzatoday.it) hanno fatto così il controcanto a quella che due giorni fa de facto era stata l'inaugurazione del penultimo tratto della Superstrada pedemontana veneta - Spv. Cui manca l'allacciamento al casello della A4 Brescia Padova proprio a Montecchio oltre ad una serie di opere accessorie i cui ritardi stanno già scatenando le ire di alcuni sindaci interessati dal tracciato rispetto ad un progetto che però viene difeso a spada tratta dal governatore veneto Luca Zaia che di recente ha affidato ad un videomessaggio le sue considerazioni al riguardo. Il pensiero di Zaia peraltro, come racconta il GdV in edicola ieri e oggi, che alla inaugurazione ha dedicato due lunghi approfondimenti, è condiviso da parecchi sindaci dell'Ovest vicentino.

Epperò proprio i comitati ieri avrebbero voluto esternare il proprio disappunto «per le tremende questioni che rimangono in sospeso rispetto alla Spv, dalle rogne ambientali, al preoccupante contraccolpo sui conti già traballanti della Regione Veneto».

«LA STRIZZA» DI «LORSIGNORI»
Il confronto con i big presenti all'inaugurazione però non c'è stato perché l'amministrazione regionale veneta per il lutto che ha funestato la famiglia della trevigiana Vanessa Ballan, uccisa di recente dal suo ex amante. Tanto che Follesa spiega che «i sostenitori della Spv se la fanno addosso ogni volta che si propone loro un confronto sui dati e sulle censure all'opera da parte della Corte dei conti. Che strizza che hanno dei numeri lorsignori»

«ZAIA SI NASCONDE DIETRO LA BARA DI VANESSA BALLAN»
Ad ogni modo la decisione del governatore leghista Luca Zaia, la quale ha persino fatto capolino sui media nazionali, è stata duramente contestata dal vicepresidente del coordinamento ambientalista Covepa (ossia l'architetto Massimo Follesa) che in una nota al curaro pubblicata ieri ha accusato Zaia di codardia per essersi sottratto al confronto descrivendolo come chi «si nasconde dietro alla bara di Ballan».

FENDENTI A PIÙ NON POSSO
Parole di una durezza inusitata che il 27 dicembre erano state anticipate da un'altra nota di fuoco. Parole che però sono nulla in confronto alle bordate indirizzate a più riprese nei confronti della procura di Venezia e soprattutto di quella di Vicenza. Follesa sia nei dispacci di questi giorni sia durante il sit-in di ieri ha additato la magistratura chiedendo incessantemente conto dei numerosi procedimenti penali che sono scaturiti dalle svariate denunce e dagli svariati esposti presentati a partire dal 2017.

Irregolarità nella remunerazione dei progettisti, violazioni procedimentali, violazioni ambientali nella zona di interesse comunitario delle Poscole fra Castelgomberto e Cornedo, criticità da urlo riscoscontrate nei cantieri, dispersione di Pfas nell'ambiente: sono solo alcuni dei dossier di peso che dovrebbero aver dato la stura alle indagini degli inquirenti, senza risultati apprezzabili, sostiene il Covepa.

LA MADRE DI TUTTE LE INCHIESTE E IL FASCICOLO «ECTOPLASMA»
Che ieri con Follesa è tornato a chiedere lumi sullo stato «della madre di tutte le inchieste sulla Spv» ossia «sul fascicolo 6317 del 2017 che dovrebbe essere stato assegnato al pubblico ministero Cristina Carunchio e rispetto al quale ci risulta che lo stesso sia ancora ad uno stadio tanto larvale da sembrarci un ectoplasma».

ROGNE PER I COMUNI: ALLERTATI PURE IL MINISTERO DELL'AMBIENTE, LA PREFETTURA E I NOE
E non è finita perché le sberle degli ambientalisti hanno interessato anche i sindaci dei comprensori che sono interessati dallo sversamento dei Pfas che gli imbientalisti imputano ai cantieri della Spv. Detto alle brevi durante la costrizioni della strada, specie nei passaggi in gallaria o in trincea dove la presenza di infiltrazioni di acqua è notevole, nei cementi e nei calcestruzzi si sono dovuti utilizzare «enormi quantitativi di additivi indurenti, noti come acceleranti - fa sapere Follesa - che contengono i temibilissimi derivati del fluoro conosciuti come Pfas, al centro di uno dei più noti scandali ambientali del continente noto come affaire Miteni».

INSIDIA SOTTERRANEA
Secondo Follesa aver abbondato con quelle sostanze proprio nelle viscere della collina che separa Malo da Castelgomberto e Cornedo (la prima si trova nel comprensorio del Leogra, la seconda e la terza si trovano in valle dell'Agno) ha fatto sì che dalle viscere della terra, dove era in costruzione il tunnel, tramite le acque sotterranee, quelle sostanze siano pian piano giunte a valle andando a contaminare parecchi comuni.

CARTA CANTA: I DATI DI ARPAV
Per sostenere questo suo ragionamento Follesa ha fatto riferimento ai dati della agenzia regionale per la tutela ambientale, l'Arpav, già resi noti dal portale ecologista Pfas.Land. Ma c'è di più Follesa ha pure spiegato che in ragione «del rischio se non del pericolo» corso dai comuni che sono investiti dal flusso di queste acque contaminate, «in gran parte superficiali poiché in molti sanno e tutti tacciono ho deciso di inviare un esposto-diffida anche ai sindaci interessati».

SINDACI SOTTO SCHIAFFO: C'È PURE IL CAPLUOGO
Ma quali sono i sindaci ovvero i comuni oggetto della diffida di Follesa? Cornedo Vicentino, Castelgomberto, Trissino, Malo, Isola Vicentina, Costabissara, Caldogno e dulcis in fundo pure Vicenza. L'esposto peraltro è stato indirizzato pure al Ministero dell'ambiente, alla Regione Veneto, alla Prefettura di Vicenza, nonché per conoscenza all'Arpa di Vicenza, all'Ulss 7 Pedemontana, all'Ulss 8 berica, al gestore della rete idrica Viacqua e ai carabinieri ambientali del Noe di Treviso.

«I NOSTRI ORTI SI STANNO AVVELENANDO?»: IL DIARIO DELLE GRANE, IL TARLO DEL DUBBIO E LO SFOGO INFINITO DEI RESIDENTI
«Io non capisco - spiega ai taccuini di Vicenzatoday.it Andrea Viero, presidente del comitato che in zona Vallugana a Malo contesta il disagio prodotto dai cantieri - che cosa stia accadendo. L'Arpav ha fatto correttamente il suo lavoro raccogliendo una messe di dati in tema di contaminazione. Per legge avrà informato gli inquirenti e gli enti competenti: ma allora perché tutti tacciono?».

TRA SOGNI, INSONNIA E INCUBI
E non è finita. «Perché - attacca Viero - noi per anni abbiamo dovuto sorbirci l'ingrato compito di fare gli investigatori? Quanto pericolosa è questa contaminazione in corso? I nostri orti si stanno avvelenando? Prima siamo stati ammorbati dalle polveri, dai rumori generati dagli sferraglianti infernali, dalle mine che ci toglievano il sonno di notte e nei week-end. E poi a coronare il sogno dei sostenitori della Pedemontana, cioè il nostro incubo, ci si è messa pure la contaminazione da Pfas. Il tutto mentre, almeno in primo grado, i giudici civili vicentini ci hanno pure dato torto a fronte di doglianze documentate al millimetro».

«CI DOVEVANO SCORTICARE VIVI?»: L'ULTIMA BORDATA
Tanto che Viero lancia l'ultima bordata. «Ma che cosa doveva capitarci per avere un po' di giustizia? Ci dovevano scorticare vivi? E questo mi sa che è il preambolo che patirà Vicenza con i lavori del Tav». Gli fanno eco gli altri attivisti: «Ci rendiamo conto che la Spv è una sorta di mini Miteni ficcata nella pancia dei colli tra Valle dell'Agno e Leogra?».

IL SOLLECITO
Peraltro lo stesso Follesa ricorda che oltre all'esposto un paio di giorni fa ha indirizzato un sollecito alla procura di Vicenza, per il tramite dei carabinieri forestali di Recoaro, proprio per conoscere, tra le altre, qualche notizia circa lo stato del fascicolo più volte menzionato durante il sit-in. Le questioni che dovrebbero essere al vaglio dei magistrati inquirenti, coordinati dal procuratore capo Lino Giorgio Bruno, sono parecchie. Tra queste ci sono «eventuali liason dangereuse» tra il caso Spv e l'affaire Safond. La questione nel suo complesso tiene banco quanto meno dal dicembre 2021: in quel mese tra l'altro Vicenzatoday.it pubblicò un approfondimento intitolato «Le ombre del caso Safond sulla Pedemontana».

«INCHIESTE LUMACA»: PROTESTA IN VISTA A BORGO BERGA
Ed è in quest'ottica che la rete ambientalista «in concomitanza con l'Epifania della Terra promossa dai Beati costruttori di Pace» il giorno 6 gennaio alle 14,oo organizzerà un presidio proprio sotto Borgo Berga, sede del palazzo di giustizia della città palladiana. L'obiettivo è quello di pungolare la magistratura veneta, vicentina, giudicata, troppo esitante sui dossier ambientali più scottanti tantoi che da più parti si parla «di inchieste lumaca».

Dalla Spv, ai Pfas, dal Tav allo scandalo urbanistico che da anni interessa proprio la cittadella giudiziaria del capoluogo berico. In questo filone tra l'altro si colloca la riflessione ai microfoni di Vicenzatoday.it dell'avvocato Giorgio Destro, che in una con la collega Sara Pomaro, non è stato tenero con i giudici civili di Vicenza, che hanno dato torto ai residenti della zona di Vallugana che chiedevano alla Spv, ossia al concessionario privato Sis, i danni per il disagio patito durante anni di cantiere.

TERRE «SACRIFICATE PER IL PROFITTO DI POCHI»
Tuttavia a tirale le fila del sit-in ci ha pensato Alberto Peruffo, volto di spicco della rete «No Pfas» e collettivo ecologista Pfas.land. Ai microfoni di Vicenzatoday.it Peruffo davanti agli astanti più volte ha ribadito un concetto preciso: «Bisogna boicottare» la Spv proprio in ragione dell'impatto ecologico che sta lasciando sul Veneto a partire dai territori a est e a ovest della Priabona. Peruffo non fa sconti e parla di terra sacrificata ovvero di zona di sacrificio ambientale e non solo.

ECOMOSTRO VENTRALE
Un leitmotiv ripreso a più voci dagli altri attivisti che parlano proprio della Spv come di «un ecomostro, una mini Miteni diffusa conficcata nel ventre delle colline fra la valle dell'Agno e il comprensorio del Leogra. I cantieri della Spv in via di completamento infatti - questa la doglianza - hanno contribuito alla pesante contaminazione da derivati del fluoro, i Pfas, che già ha colpito l'Ovest vicentino: contaminazione peraltro imputata alla fabbrica trissinese oggi fallita».

INTERROGAZIONE DEPOSITATA A PALAZZO FERRO FINI
Ad ogni buon conto la vicenda della contaminazione da Pfas attribuita alla Spv in queste ore è sbarcata in consiglio regionale dove a palazzo Ferro Fini alcuni consiglieri democratici che militano all'opposizione (Anna Maria Bigon, Chiara Luisetto e Andrea Zanoni) hanno depositato una interrogazione urgente per chiedere alla giunta regionale lumi in tal senso.

ASCOLTA L'INTERVISTA A PERUFFO, DESTRO E POMARO
ASCOLTA LE DICHIARAZIONI DI LUCA ZAIA
LEGGI IL SERVIZIO SULL'APERTURA DELLA SPV A MONTECCHIO MAGGIORE

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