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VIDEO | «Qualcuno al Mef ha voluto fare lo sborone»

Mentre si rinfocola la discussione sugli indennizzi dovuti ai soci delle ex popolari, venete in primis, colpiti dai collassi bancari che hanno stravolto il Nordest e non solo, prende posizione Luigi Ugone: uno dei volti più noti della protesta. Il quale punta l'indice contro via XX Settembre ma pure contro il Corsera che avrebbe dato spazio a una ricostruzione della vicenda considerata troppo sdraiata sulle posizioni del funzionariato del dicastero romano: accusato a sua volta di non voler riconoscere agli ex azionisti quanto dovuto

Luigi Ugone è il presidente di Noi che credevamo nella Banca popolare di Vicenza. Ai microfoni di Vicenzatoday.it parla a 360 gradi della discussione in corso sui ristori dovuti agli ex azionisti truffati. Spiega come a loro sia dovuto l'intero ammontare del fondo Far previsto per gli indennizzi dalla legge statale. E se la prende anche con quei settori dell'opinione pubblica e del giornalismo che cercano di far passare i risparmiatori colpiti dai collassi bancari delle ex popolari di mezz'Italia come «speculatori». Secdondo Ugone peraltro ci sarebbe un gruppo ristretto di altissimi funzionari del dicastero dell'Economia che per ingraziarsi alcuni ambienti dell'Ue in modo da figurare come alfieri del rigore nei conti pubblici, sarebbe disposto a manovrare sotto coperta per impedire agli ex soci di ottenere l'intero plafond degli indennizzi. Che è pari ad un milardo e mezzo di euro.

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