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VIDEO | «Cento rocker da tutto il Veneto» elettrizzano il Comunale di Quinto Vicentino

Nel nome «della solidarietà» in una atmosfera ad alto voltaggio fra riff, assoli e vocalizzi, il ricavato della serata, organizzata col patrocinio della amministrazione locale, «andrà alla onlus Vicenza for children» che supporta i bambini affetti da gravi patologie

Quando poco prima dell'inizio del concerto del 18 giugno ad Alessandro «Alex» Mantiero batterista degli White skull, storica formazione dell'heavy metal vicentino, chi gli passava di fianco gli domandava se «l'alchimia» alla base di quell'evento fosse un mix di «musica, beneficenza e amicizia» la risposta è stata sempre la stessa: «sicuramente sì». Anche perché, fa sapere Mantiero alla telecamere di Vicenzatoday.it che hanno documentato l'evento della settimana passata, «quando ti trovi coinvolto in una situazione così» è come essere dentro ad una «magia». Ed è sulla scorta di questo ritornello che ha preso corpo la serata di solidarietà organizzata al Comunale di Quinto col patrocinio dell'amministrazione quintese che ha preso il nome di «The hundred that rocks» ovvero il centinaio che scuote, con un riferimento più che evidente al genere musicale che a partire dalla metà degli anni '60 ha segnato l'immaginario collettivo di più generazioni. Basilio Meneghini, nella sua veste di direttore artistico della scuola musicale Artesuono di Bolzano Vicentino, una delle menti dell'evento, ha spiegato il nesso tra il concerto, l'attività di beneficenza e l'impegno messo sul campo da Vicenza for children. Che poi è la onlus della città palladiana «cui verranno devoluti i proventi di una iniziativa che per giunta il pubblico, che ha completamente assiepato gli spalti del campo sportivo, ha apprezzato in modo festante». Poco prima dell'inizio del concerto tra organizzatori e autorità a più riprese sono stati ringraziati i «cento rocker da tutto il Veneto» che hanno acceso il Comunale «in nome della solidarietà». Un ringraziamento «speciale» è stato quello di Alberto Girardi, presidente di Vicenza for children, il quale nell'intervista rilasciata oggi 25 giugno ai taccuini di Vicenzatoday.it descrive la portata dello sforzo portato avanti dai volontari che per di più operano «in strettissima connessione con l'Ulss 8».

Ad ogni modo a fronte del clima di festa «tipico di una rock celebration» col suono delle chitarre che elettrizzava l'aria al quale si affiancava l'aroma sprigionato dalla birra spinata che non è mai mancata, visto il caldo della giornata, si registrava al contempo un lavorio intenso: quello più o meno nascosto di fonici, addetti alla regia, insegnanti. Con questi ultimi che supportavano gli allievi più giovani presenti sul prato del Comunale assurto per l'occasione a enorme palco verde. È anche «grazie a loro che il sogno è divenuto realtà» ha detto più volte il pubblico dagli spalti. Si è trattato di un «evento complesso come tutti i grandi concerti» fa sapere il compositore padovano Giovanni Frison. Al quale, pur non avendo alcuna «esperienza in tal senso», l'organizzazione ha assegnato il compito «di direttore d'orchestra» in qualche modo «estemporaneo». Un compito accolto «con gioia» che però è costato tempo e fatica visto che durante le settimane precedenti a più riprese è stato necessario provare i brani in scaletta: un repertorio classico tra rock, hard rock, heavy metal e punk.

Ed è da questa mescolanza che ha preso vita un concerto nell'ambito del quale hanno suonato fianco a fianco «professionisti ed amatori, musicisti navigati legati ai generi più diversi come pop, rock e jazz, nonché ragazzi in tenera età» che magari da poco si sono avvicinati ad uno strumento. In questo perimetro va pesato lo sforzo di Frison che con un certo «entusiasmo» parla dell'«energia sprigionata dal rock». Sulla stessa lunghezza d'onda si è sintonizzata la cantante vicentina Elisabetta Meneghello, la quale alle telecamere di Vicenzatoday.it ha aggiunto una ulteriore considerazione. Un concerto del genere va senza dubbio riproposto l'anno prossimo non solo «per la partecipazione totale» ma anche perché non si è trattato di uno show in cui «c'è un solo protagonista mentre il pubblico fa da contorno. Qui a Quinto tutti sono protagonisti». E sul luogo in cui una futura edizione possa essere ospitata c'è chi già si sbilancia pensando «allo stadio di Vicenza». Con lo sguardo già rivolto al Menti pronto a domandarsi «perché no», mentre una folata di vento lo investiva subito dopo il concerto, è stato il batterista di Dueville Andrea De Munari. Che ha deciso così di strizzare l'occhio all'ipotesi di un evento che magari raccolga un numero ancora maggiore di musicisti.

LEGGI L'INTERVISTA AD ALBERTO GIRARDI

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