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Quando Vasco venne a Vicenza, fu un disastro, ma nacque la rockstar

Ecco com'è andata

Il 1979 segna un momento emblematico nella carriera di Vasco Rossi, il rocker italiano che ha definito generazioni con la sua musica e il suo stile di vita ribelle. In quell'anno, Vasco si esibì in Piazza dei Signori a Vicenza durante una serata del PSI. Era uno dei primi tour nelle piazze, aveva esordito l'anno precedente con l'album “Ma cosa vuoi che sia una canzone”. Con quel disco la carriera di Vasco Rossi ha spiccato il volo, portandolo a vendere oltre 50 milioni di copie in tutto il mondo, attraverso LP iconici come “Bollicine” e “C’è chi dice no”. Ora nella serie su Netflix, 'Il Supervissuto' uscita da poco, ripercorre la sua vita, la carriera, soddisfazioni e delusioni e ricorda quando agli esordi arrivò a Vicenza.

Il concerto di Vicenza

Il concerto di Vicenza in Piazza dei Signori però, non fu solo musica. Vasco racconta di un episodio che segnò profondamente la sua carriera e il suo atteggiamento sul palco: durante l'esibizione, alcuni ragazzi iniziarono a lanciare freccette di carta verso di lui. L'umiliazione provata in quel momento avrebbe potuto spegnere la fiamma di molti artisti, ma non quella di Vasco. La rabbia e la vergogna si trasformarono in una determinazione ferrea: Vasco decise che avrebbe lottato, che avrebbe risposto a tono a chiunque avesse cercato di umiliarlo o insultarlo durante i suoi concerti. E così fece, instaurando una sorta di "guerra" che lo vide più volte scendere dal palco per affrontare chi lo insultava.

I ricordi di Vasco

Vasco si esibì in Piazza dei Signori a Vicenza nel 1979. La scaletta, purtroppo non completamente reperibile, includeva brani come "Quindici anni fa", e probabilmente altri successi del periodo come "Jenny è pazza" e "Fegato fegato spappolato". Ad un certo punto degli avventori seduti fuori dal Bar Garibaldi, non gradendo la sua performance cominciarono a rumoreggiare e a lanciare freccette di carta deridendolo.

« La verità è che avevo cominciato a fare questi concerti con la band nel 1979 e i primi due a Bologna erano andati bene. Già pensavo fosse tutto semplice. Al terzo, in piazza dei Signori a Vicenza, dopo un comizio elettorale del PSI, vado su e comincio a cantare: “Jenny non vuol più parlare, non vuol più giocare, vorrebbe soltanto dormire...”, e c’era un bar con tutti i ragazzi seduti fuori a bere, che cominciarono a fare delle freccette di carta e a tirarcele. Io cantavo, arrivano queste freccette e non sapevo come reagire. Avevo 26 anni, facevo il dj, guadagnavo soldi, avevo una bella macchina, un sacco di donne e un orgoglio adeguato mi sono vergognato talmente tanto che avrei voluto sprofondare, sparire. Sono sceso dal palco e pensavo: Questo mestiere qui non lo voglio più fare, neanche se me lo ordina il medico. Ma poi, mentre tornavo a casa in macchina, è come se nella testa mi scattasse qualcosa. Un interruttore che in un attimo capovolse completamente il mio modo di pensare. Mi incazzai profondamente e mi dissi: da ora in avanti chiunque proverà ad insultarmi scenderò dal palco e gli farò cambiare tono a costo di prenderlo a schiaffi.  E fu così.  Parecchie volte mi scaraventavo giù dal palco per prendere per il collo qualcuno.. poi di solito arrivavano Lolli o Diego a darmi una mano. Era cominciata una specie di guerra. Ero davvero disposto a mettere in gioco la pelle e volevo vedere quanti tra il pubblico sarebbero stati disposti a fare lo stesso. Avrei continuato a tutti i costi alla faccia di tutti quelli che pensavano di potermi fermare.» Così narra Vasco l'episodio in terra vicentina nella serie su Netflix.

La risposta di Vasco al sindaco di Vicenza 

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La carriera di Vasco Rossi

Undici anni dopo quell'episodio, Vasco Rossi riempì per la prima volta lo Stadio San Siro di Milano, superando di gran lunga gli spettatori di artisti internazionali come Madonna. Un traguardo che testimonia non solo il successo ma anche la resilienza di un artista che ha saputo trasformare le difficoltà in opportunità, e che continua a farlo, come dimostra la recente serie Netflix dedicata a lui, “Il supervissuto”, rilasciata il 27 settembre 2023. La serie esplora la vita e la carriera di Vasco, con un occhio particolare ai suoi esordi nel mondo della musica.

Perché si chiama Blasco? Si tratta di un soprannome nato per caso: un giorno, la nonna di una ragazza con cui usciva Vasco le aveva gridato: “Tu sei stata fuori con la combriccola del Blasco Rossi”, da cui poi è nata la canzone “La combriccola del Blasco”.

Vasco Rossi non è solo un cantante, è un fenomeno culturale, un simbolo di ribellione e autenticità che ha attraversato decenni di storia italiana, mantenendo sempre un legame autentico con il suo pubblico e con la sua musica.

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