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Meno quantità stessa confezione: ecco i prodotti con il rincaro invisibile

Una strategia che fa lievitare i costi ma il consumatore non se ne accorge subito

Se durante la spesa vi rendete conto che, nonostante utilizziate lo stesso budget di sempre, i prodotti acquistati non bastano più a coprire l'intera settimana e terminano più velocemente, è possibile che siate di fronte a un fenomeno subdolo: le confezioni possono sembrare identiche a quelle di una volta, ma in realtà contengono quantità minori. 

Shrinkflation: peso inferiore e prezzi uguali o maggiorati

In poche parola la shrinkflation tramite il ridimensionamento del peso consolidato di prodotti di largo consumo, maschera l’aumento del prezzo. In italiano si chiama sgrammatura e in molti casi la confezione rimane perfino la stessa, traendo in inganno il consumatore e facendogli percepire sicurezza nell’acquisto grazie ad un packaging sovradimensionato. A finire nel mirino dell’Antitrust sono state le colombe pasquali da 750gr (invece che da un chilo!), le mozzarelle da 100gr (invece che da 125!), le confezioni di caffè da 225 (al posto di quello da 250!), la pasta non nei formati da 500gr e da 1kg, ilcon 20 bustine invece di 25 e innumerevoli altri prodotti. Insomma, sembra essere un metodo che crea inflazione occulta e per questo molto dannoso per le tasche dei consumatori.

Ecco una lista dei prodotti che hanno subito variazioni di formato e aumento di prezzo secondo l'indagine di Altroconsumo:

  • Detersivo per piatti Nelsen: Confezione ridotta da 1 litro a 850 ml, Rincaro del prezzo al litro: 53%
  • Pringles Originals: Confezione ridotta da 200 grammi a 175 grammi. Aumento del prezzo al chilo: 22%
  • Nocciolata Rigoni di Asiago: Formati ridotti da 270, 350 e 700 grammi a 250, 325 e 650 grammi. Aumento del prezzo al chilo: da 11% (formato grande) a 38% (formato più piccolo)
  • Yogurt greci Delta (Yomo): Vasetti ridotti da 170 grammi a 150 grammi. Aumento del prezzo al chilo: 30%
  • Yogurt greci Fage: Vasetti ridotti da 170 grammi a 150 grammi. Aumento del prezzo al chilo: 65%

In mesi di monitoraggio Altroconsumo ha riscontrato variazioni importanti nel quantitativo di prodotto all'interno delle confezioni: una strategia che fa lievitare i costi al chilo o al litro fino al 200%, complice anche l’inflazione. Succede quindi che le confezioni mutano qualche particolare estetico, aggiungono magari un ingrediente e, contemporaneamente, il peso del contenuto si fa più leggero. Il prezzo, però, non segue sempre la stessa logica.

Con questa strategia, il produttore riesce a mantenere il prezzo della confezione in linea con quello standard, garantendosi così una platea di acquirenti potenzialmente più vasta, pur commercializzando confezioni con quantità di inferiori.

Fonte: Altroconsumo

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