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Sanità: è scontro in Regione

Erika Baldin, consigliera del MoVimento 5 Stelle: «Medici e gli infermieri stanno cercando certezze nel settore privato». L'assessore Manuela Lanzarin: «Abbiamo più medici e infermieri di tre anni fa»

La sanità al centro del dibattito. Erika Baldin, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, ha ribattuto alle recenti dichiarazioni del presidente della Regione Veneto Luca Zaia secondo cui «i soldi della sanità non li abbiamo dati ai privati» e che il Veneto sarebbe «la regione con la minore sanità privata».

Secondo Baldin, diversi indicatori fanno ritenere che la tendenza sta andando nella direzione opposta. «Nello specifico – spiega la capogruppo del M5S – le strutture pubbliche avrebbero erogato 275.342 prestazioni di area riabilitativa nel 2018; 253.084 nel 2019; 181.765 nel 2020; 190.365 nel 2021. Nello stesso periodo, le strutture private avrebbero erogato 269.185 prestazioni area riabilitativa nel 2018; 240.078 nel 2019; 200.400 nel 2020; 235.253 nel 2021».

L’argomento è anche oggetto di una interrogazione della stessa Baldin, depositata ieri, venerdì 8 luglio, nella quale chiede alla giunta «quali siano le previsioni relative all’esternalizzazione dei servizi sanitari alle strutture private convenzionate per i prossimi cinque anni, con riferimento ad ognuna delle aziende sanitarie regionali».

«Zaia si nasconde dietro un dito – prosegue Baldin -, quando dice che alcune prestazioni non possono essere erogate per via della carenza di personale, dal momento che i medici e gli infermieri si sono, ma stanno sempre più cercando certezze e gratificazioni di carriera nel settore privato, lasciando in sofferenza interi reparti, ambulatori, liste di attesa».

Sulla questione dell’assenza del personale è intervenuta l’assessore alla sanità della Regione Veneto, Manuela Lanzarin. «Innanzitutto non è vero che chi ha lasciato la sanità pubblica lo ha fatto per passare al privato – le sue parole -. Esistono anche molti operatori che sono andati in pensione, i quali sono stati prontamente sostituiti. Alcuni ahimè sono anche deceduti, ricordiamo sempre che veniamo infatti da due anni di pandemia. In ogni caso ecco di seguito i dati, completi e ufficiali, che bisogna sempre utilizzare quando si parla di sanità. E quindi dal primo gennaio 2019 al 30 giugno 2022 sono stati assunti 3492 medici a fronte di 3402 cessazioni di rapporto, delle quali 1.096 per pensionamenti: quindi saldo positivo per 90 unità. Per quanto riguarda infine gli infermieri – prosegue -, sempre dal primo gennaio 2019 al 30 giugno 2022, le assunzioni sono state 8.852 mentre le cessazioni sono state 6.264, di cui 1.721 pensionamenti. Il saldo positivo è dunque: +2.588. Se vogliamo bene alla sanità pubblica veneta – conclude Lanzarin -, iniziamo a parlarne correttamente una volta per tutte. Abbiamo più medici e infermieri di tre anni fa. Certo, ne servirebbero di più, ma saremmo pronti ad assumerne se ci fossero sul mercato».

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