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Lega, Bossi lascia: la Dal Lago nel triumvirato e Stefani tesoriere

Parla anche vicentino la Lega post-Bossi. L'onorevole Manuela Dal Lago è stata designata dal consiglio federale a guidare il partito con Maroni e Calderoli. A Stefani la carica di Belsito

Colpo di scena nella politica italiana. Nel pomeriggio di ieri si è dimesso il "senatùr", Umberto Bossi ed il consiglio federale della Lega ha affidato la guida del partito ad un triumvirato composto da Roberto Maroni, Roberto Calderoli e dalla parlamentare vicentina Manuela Dal Lago. Per la carica di testoriere è stato scelto il senatore berico Stefano Stefani. Al fondatore è stato dato il ruolo di presidente, carica creata ad hoc.

La base non ha gradito: a Milano, sotto la sede di via Bellerio un piccolo gruppo di militanti ha contestato Roberto Maroni, appellandolo come "traditore" mentre i centralini di radio Padania andavano in tilt per le centinaia di telefonate di protesta.

Soddisfazione invece nella sede berica del Carroccio. Alessio Sandoli, 30 anni, per due mandati consecutivi segretario della Lega Nord di Vicenza. L'ex-segretario cittadino, iscritto alla Lega appena raggiunta la maggiore età e tuttora del direttivo di Vicenza, assicura di essere "contento per l'incarico assegnato a Manuela Dal Lago", che "l'ha cresciuto" a livello politico e gli ha insegnato "i segreti della politica". Il suo incarico, sottolinea, "é un riconoscimento per il lavoro svolto in questi anni dai veneti".

"Anche quello assegnato a Stefano Stefani - aggiunge - rappresenta un motivo di orgoglio per i militanti leghisti del Vicentino e del Veneto, visto che Dal Lago e Stefani fanno parte entrambi della storia della Lega". "Questo è un momento particolare, non facile da vivere - spiega Sandoli - il nostro ringraziamento va a Bossi che ha avuto il coraggio di farsi da parte in tempi rapidissimi". "Di certo - prosegue - si tratta della prima volta che un leader politico in Italia ha avuto il coraggio di dimettersi, ancora prima dell'inizio delle indagini, anche in questo modo si é differenziato dagli altri politici. Una scelta sofferta, ma probabilmente necessaria per non danneggiare il partito". "L'impressione è che Bossi sia stato accerchiato e consigliato da persone sbagliate che gli facevano vedere una realtà diversa - tiene a precisare - la base e i militanti sono i primi a volere sempre chiarezza e pulizia".

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