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Van Gogh a Vicenza: i dettagli del progetto anticipati da Goldin

Ricco il programma della mostra. Tra le iniziative, una nuova edizione critica delle “Lettere a Théo”, un film originale, 4 serate di presentazione e uno spettacolo destinato a girare i teatri italiani

Sin qui la grande mostra. Ma il “Progetto Van Gogh” offre anche ulteriori opportunità di non minore rilievo a partire dalla pubblicazione, a cura di Marco Goldin e Silvia Zancanella, per le edizioni di Linea d’ombra, delle “Lettere a Théo”, una monografia che si pone come fondamentale apporto all’"esposizione vicentina. "“La mostra, al di là della vastissima presenza di opere, l’"ho pensata – afferma Goldin - anche come la precisa ricostruzione della vita di Vincent van Gogh, seguendolo non solo nei dieci anni che vanno dal 1880 al 1890, ma anche nel decennio precedente, quello che prepara l'’attività artistica".

"In questo senso - continua il curatore - di fondamentale importanza è stata per me la rilettura, e il nuovo studio, delle lettere, soprattutto all’amato fratello Théo. Anche quelle scritte dal 1872 all’estate del 1880, quando da Cuesmes in Belgio annuncia, appunto a Théo, di voler diventare un artista. E’ il tempo dei suoi vagabondaggi, per i vari tentativi, e fallimenti, tra lavoro e aspirazioni teologiche, tra Olanda, Inghilterra, Francia e Belgio. Prima del suo percorso vero e proprio tra Brabante olandese e Francia, da Parigi, alla Provenza a Auvers. Per questo motivo abbiamo editato un nuovo libro, che accompagnerà la mostra, con cento lettere appositamente tradotte, includendo prima di tutto quelle che riguardano le opere esposte, oltre ad alcune altre fondamentali per la storia di Van Gogh”".

Un’a ulteriore sottolineatura riguarda l’'allestimento della grande rassegna: è stato pensato come un “viaggio”. Negli spazi ampi e meravigliosi della Basilica Palladiana a Vicenza, la mostra si snoderà – anticipa il curatore - come un vero e proprio viaggio anche nei luoghi nei quali Vincent ha vissuto: il Borinage, Etten, l’Aia, il Drenthe, Nuenen, Parigi, Arles, Saint-Rémy e Auvers-sur-Oise. Al di là delle lettere che faranno da contrappunto ai singoli momenti, certamente uno dei punti di maggior fascino sarà la sala nella quale, attraverso un grande plastico di 20 metri quadrati, è stato ricostruito alla perfezione – architetture romaniche e orti e giardini e sullo sfondo la catena delle Alpilles – l’istituto di cura per malattie mentali di Saint-Paul-de-Mausole a Saint-Rémy, il luogo nel quale Van Gogh sceglie di farsi ricoverare da maggio 1889 a maggio 1890. Sarà un’immersione in un luogo sì di sofferenza ma nel quale, e attorno al quale, il pittore ha generato tanta bellezza”.

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