Ex Enel in viale della Pace: nuovo sgombero e attacco di Variati
Dopo un nuovo blitz delle forze dell'ordine nella palazzina occupata da abusivi romeni, la situazione sembra immutata ma ancor più intollerabile. Il Sindaco: "Questa è diventata una vicenda di ordine pubblico e come tale intendo trattarla
Lunedì mattina gli agenti di Polizia e dei Rangers sono intervenuti per la seconda volta per sgomberare i locali dell'ex Enel di viale della Pace dopo le ripetute segnalazioni dei vicini.
Hanno trovato otto romeni ma è probabile che molte più persone occupassero lo stabile prima dell'arrivo degli agenti. La situazione non è cambiata nemmeno dopo l'ultimo sgombero, appena una settimana prima: materassi, cumuli di rifiuti, escrementi. Non c'è acqua nè elettricità.
Il Comune ha più volte sollecitato la proprietà ad intervenire per allontanare gli abusivi. Oggi il sindaco Achille Variati sembra voler porre fine a questa storia: “La proprietà deve chiudere gli accessi entro giovedì, altrimenti risponderà dal punto di vista civile e penale”.
Appreso dell'ennesimo drammatico sgombero avvenuto stamani negli ex locali dell'Enel di viale della Pace il sindaco Achille Variati ribadisce la volontà di risolvere in modo definitivo il grave problema di degrado dell'area: “L'ordinanza contingibile e urgente con la quale la settimana scorsa ho intimato alla proprietà di sigillare tutti gli accessi all'area scade giovedì: se per quella data le mie disposizioni non saranno state ottemperate, interverrà d'urgenza il Comune, ma i proprietari dovranno assumersi tutte le responsabilità civili e penali che stanno loro in capo. Questa infatti è diventata una vicenda di ordine pubblico e come tale intendo trattarla”.
La nuova intimazione del sindaco è stata comunicata dal Comune ai privati dai quali peraltro l'amministrazione sta attendendo la disponibilità per un incontro. L'obiettivo è raggiungere una soluzione condivisa per il futuro dell'area attualmente destinata a servizi. Già la settimana scorsa, infatti, Variati aveva annunciato di voler cercare un intesa anche attraverso una parziale modifica della destinazione d'uso che tenga conto delle esigenze del quartiere. “Se quest'intesa non ci sarà – aveva dichiarato - siamo pronti anche all'esproprio per pubblica utilità”.
