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Cronaca

"Best price": vicentino arrestato per 226 milioni in fatture false

L'operazione è stata condotta dalla guardia di finanza di Ascoli Piceno e ha portato all'arresto di 7 persone. "Superato ogni record connesso alla scoperta delle fatture per operazioni inesistenti"

Una complessa attività di polizia economica e finanziaria ha portato all'arresto di 7 persone, tra cui un 42enne vicentino per una evasione da 500milioni di euro. EVASIONE FISCALE: TUTTI GLI ARTICOLI

LE INDAGINI

Le preliminari attenzioni investigative da parte della guardia di finanza di Ascoli Piceno si sono rivolte verso una società di capitali “unipersonale”, caratterizzata da un’elevata percentuale di acquisti di prodotti elettronici, che, per diversi anni, hanno interessato due sole imprese, una di queste in fallimento, nei classici presupposti di indisponibilità delle strutture organizzative adeguate allo svolgimento dell’attività dichiarata e di mancanza di documentazione amministrativo-contabile obbligatoria.

IL SISTEMA

I due fornitori, anch’essi costituiti attraverso società di capitali, relativamente all’attività esercitata di “commercio all’ingrosso di prodotti informatici”, sono risultati aver assunto il cosidetto ruolo di "missing trader", cedendo i prodotti elettronici solo “cartolarmente” e interponendosi, quindi, fittiziamente, tra il cedente comunitario e la società “unipersonale” di Porto Sant’Elpidio (FM) – nel frattempo interessata ad una verifica fiscale avviata dalle stesse Fiamme Gialle di Porto San Giorgio ed ostacolata, almeno nelle fasi iniziali, da una interposta asserita cessione delle quote societarie e contestuale trasferimento della sede in territorio ungherese – che, a sua volta, aveva assunto la veste di “stabilizzatore nazionale” (c.d. “buffer”) e, quindi, ceduto fittiziamente i medesimi beni (acquistati dal “missing trader”) agli effettivi acquirenti nazionali (cosiddetti “broker”), permettendo a quest’ultimi, mediante l’emissione di fatture soggettivamente false, di disporre sia di un indebito consistente credito IVA, sia di prodotti, ivi compresi gli smartphone di ultima generazione, da immettere sul mercato a prezzi sensibilmente inferiori a quelli normalmente praticati dagli operatori legali, con conseguente “inquinamento” del mercato.


Guardia di Finanza (2)-4GLI ARRESTI

Le attività hanno pertanto consentito di individuare un sistema di “frode carosello chiuso”, in cui sono risultati protagonisti, oltre imprenditori nazionali, anche operatori commerciali della Polonia e del Portogallo; a conclusione delle indagini di polizia giudiziaria delegate dalla Procura della Repubblica di Fermo in virtù della configurazione di una vera e propria organizzazione criminale dedita alla perpetrazione di reati di natura economica e finanziaria, sono state denunciate le seguenti 7 persone: - “O.F.”, trentottenne residente a Spoltore (PE), - “P.M.”, quarantaduenne di Vicenza, - “G.A.”, trentottenne di Carmignano del Brenta (PD), - “D.M.O.”, cinquantunenne di Pescara, per associazione per delinquere, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, emissione di fatture per operazioni inesistenti e occultamento/distruzione di scritture contabili. Inoltre sono stati denunciati “P.M.”, cinquantaduenne di Parma domiciliato in Portogallo, - “S.O.”, trentottenne di Catania, per associazione per delinquere  ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, e “B.S.”, ventiquattrenne dell’Ungheria, per associazione per delinquere e occultamento/distruzione di scritture contabili.

EVASIONE FISCALE

Parallelamente all’individuazione e alla ricostruzione, nel dettaglio, di tutti i passaggi che hanno caratterizzato la consistente frode, le fiamme gialle di Porto San Giorgio, attraverso le peculiari attività di polizia economica e finanziaria, hanno segnalato all’Agenzia delle Entrate, per la conseguenti azioni di recupero, elementi positivi di reddito non dichiarati per 32 milioni di euro, elementi negativi di reddito non deducibili per 27 milioni di euro e violazioni all’IVA per 23,6 milioni di euro, consentendo, peraltro, anche l’assoggettamento a tassazione, ai fini dell’I.R.A.P., di una massa impositiva quantificata in 59 milioni di euro. Evidenze tutte constatate nell’ambito di un già riscontrato articolato giro di fatture riferite ad operazioni inesistenti – sia emesse, sia utilizzate – che ha superato i 116 milioni di euro e che, per altra parte, è stato già ulteriormente sommariamente quantificato in altri 146 milioni di euro ad opera di “nuovi” 25 soggetti economici, anch’essi fornitori, “sulla carta”, della società di Porto Sant’Elpidio (FM), ubicati nei comprensori di Bolzano, Pordenone, Vicenza, Treviso, Verona, Padova, Torino, Alessandria, Milano, Lodi, Modena, Roma, Teramo, Napoli e Bari, già segnalati ai Reparti del Corpo territorialmente competenti per l’avvio degli accertamenti penali e amministrativi di circostanza.

SUPERATO OGNI RECORD

Le attività della guardia di finanza di Porto San Giorgio sono proseguite ulteriormente verso la già avvenuta individuazione dei beni e delle disponibilità in capo ai componenti del gruppo criminale, per le conseguenti adozioni delle misure cautelari – sia penali, sia amministrative – per le quali sono state già informate le Autorità rispettivamente competenti. Si sta chiudendo un anno alquanto significativo per il comando provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno che, in particolare, prima, con l’operazione “Night and day” del Nucleo di Polizia Tributaria di Ascoli Piceno e, oggi, con l’operazione “Best price” della Brigata di Porto San Giorgio, attraverso attività tipiche e alquanto impegnative, alcune delle quali ancora in corso, ha superato ogni record connesso alla scoperta delle fatture per operazioni inesistenti emesse e/o annotate – che, per i loro effetti di natura finanziaria altamente lesivi, costituiscono uno dei principali pericoli per la stabilità dell’Erario – che supera, infatti, i 500 milioni di euro.

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