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Disabilità: protesta a Vicenza per i tagli ai centri diurni

In oltre 400 sono scesi in piazza ieri per protestare contro la delibera per la compartecipazione delle famiglie al finanziamento dei centri diurni

Oltre quattrocento disabili, con famiglie e operatori delle cooperative sociali, sono scesi in piazza questa mattina a Vicenza. La protesta prende di mira le condizioni sempre peggiori dei servizi per i portatori di handicap: azzerato dal governo il fondo statale per la non autosufficienza, anche la regione Veneto ha tolto risorse al settore, tanto che molte cooperative sociali sono con l'acqua alla gola.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso della rabbia delle associazioni è stata una delibera della conferenza dei sindaci dell'Ulss 6 di Vicenza. I sindaci propongono di far “compartecipare” le famiglie al finanziamento dei Ceod, i centri diurni dove tanti handicappati socializzano. “Non ci stiamo, prima devono essere definiti per legge i livelli essenziali di assistenza assicurati nei centri – dice Riccardo Cagnes, presidente del comitato Comi.Vi.H. che ha indetto la protesta – Le famiglie sono già gravate dai disagi che comporta la convivenza con un disabile, anche dal punto di vista economico visto che di solito un genitore, spesso la madre, non lavora per accudire il figlio”.

In piazza si raccolgono firme per la definizione dei livelli minimi di assistenza, per stoppare la modifica della norma sulla non compartecipazione delle famiglie alle spese, e per chiedere che i sindaci si alleino con le famiglie per chiedere più risorse allo Stato. “Niente sia deciso su di noi senza di noi” è lo slogan scelto dai manifestanti.

 

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