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Lunedì, 29 Aprile 2024
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New Conversations, Vicenza Jazz: un sogno lungo ottantotto tasti

E' stata presentata la nuova edizione del festival, giunto quest’anno alla ventottesima edizione

E' stata presentata la nuova edizione di New Conversations – Vicenza Jazz “Un sogno lungo ottantotto tasti”, evento di indiscusso valore nella programmazione musicale nazionale, e non solo, giunto quest’anno alla ventottesima edizione.

Il festival, con la direzione artistica di Riccardo Brazzale, è promosso dal Comune di Vicenza in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Trivellato Mercedes Benz, con AGSM AIM come sponsor principale e il sostegno di Sonus faber, mentre Acqua Recoaro e Brutal Agency sono sponsor tecnici dell’evento.

La programmazione è concentrata dal 13 al 19 maggio ma con un prologo il 5 e 7 maggio (date leggermente cambiate rispetto alle consuetudini per l’ospitalità a Vicenza dell’adunata nazionale degli alpini) e un format rinnovato con giornate ancor più dense di musica dal vivo, concerti non stop dal pomeriggio a notte fonda (e anche fino all’alba), sono le caratteristiche di questo jazz festival che continua a dimostrare la sua grande vitalità e la capacità di produrre innovazione di qualità, diventando, grazie alla sua particolare proposta culturale, un evento identitario e di aggregazione per tutta la città e il territorio.

Non solo i teatri saranno il palcoscenico delle stelle del jazz, a Vicenza per l’edizione 2024 di New Conversations, anche se molti dei concerti prenderanno vita al Teatro Olimpico, luogo iconico e sacrale della città e al Teatro Comunale, con le sue sale, i suoi spazi e le location outdoor che ospiteranno il Jazz Café; all’Auditorium Fonato di Thiene e al Teatro Astra di Vicenza per i prologhi; i concerti si terrano dappertutto, dai locali, con gli appuntamenti after hours della programmazione, ai luoghi monumentali del centro storico come la Loggia del Capitaniato e la Basilica Palladiana, edificio simbolo di Vicenza, ma anche nei musei (il Museo del Risorgimento e della Resistenza di Villa Guiccioli, a Monte Berico), i cinema, lungo le vie e le piazze del centro storico con le street band, fino al Cimitero Maggiore con il suo storico appuntamento around midnight: la musica jazz sarà davvero ovunque.

Il tema del festival è tutto nel titolo - “Un sogno lungo ottantotto tasti” - un omaggio al pianoforte nella storia del jazz, e non solo, nel centenario della nascita di Bud Powell (1924 – 1966), padre del moderno piano jazz e nel cinquantesimo della morte di Duke Ellington (1899-1974), direttore d’orchestra, compositore e pianista, il “duca” che ha ispirato intere generazioni di jazzisti; questa scelta connota fortemente e individua il più rilevante tra i molteplici percorsi di ascolto della kermesse con il pianoforte al centro di numerosi appuntamenti, comprese alcune produzioni originali e molte prime nazionali.

Siederanno davanti alla tastiera artisti come Uri Caine, Omar Sosa, Craig Taborn, Marialy Pacheco, Antonio Faraò, Dado Moroni, Danny Grissett, Margherita Fava, Francesca Tandoi e poi ancora Simone Graziano, Paolo Birro, Sade Mangiaracina, Giovanni Guidi...

Nel ricco programma artistico saranno inoltre presenti Paolo Fresu, Paquito D’Rivera, Trilok Gurtu, Chico Freeman, Dhafer Youssef con Eivind Aarset: la palette timbrica si amplierà con gli altri strumenti canonici della musica afroamericana e anche con sonorità esotiche.

Accanto alla programmazione principale si animerà una nutrita programmazione diffusa, che sarà accolta nei locali e bar della città, a partire dal 5 maggio, ribadendo questa come una delle caratteristiche che fanno di Vicenza Jazz davvero un unicum.

Saranno oltre 100 le occasioni musicali, tra concerti, jam session, incontri di approfondimento e di discussione, letture, proiezioni in luoghi ufficiali e non convenzionali della città, un pubblico di circa 5.000 spettatori, considerando il solo sbigliettamento (sono i numeri della passata edizione): dati davvero importanti nell’ambito dei festival europei, considerando la particolarità di New Conversations – Vicenza Jazz, evento “distante” dalle programmazioni estive, ospitato in una città di medie dimensioni.

Evento e partnership

New Conversations – Vicenza Jazzè un festival promosso dal Comune di Vicenza in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Trivellato Mercedes Benz importante gruppo dell’automotive, concessionario di prestigiosi marchi automobilistici per Vicenza, Padova, Verona e Rovigo.

Il festival è sostenuto, come sponsor principale, da AGSM AIM multiutility a servizio del territorio attiva nei settori dell’energia elettrica, del gas, del teleriscaldamento, dell’efficienza energetica, dell’illuminazione, servizi essenziali per la crescita e lo sviluppo delle comunità locali. Si avvale, a partire dalla nuova edizione, del sostegno di Sonus faber come sponsor; l’azienda, fondata a Vicenza nel 1983, si occupa di progettazione e produzione di tecnologia audio di fascia alta; realizza a mano diffusori acustici dal design ispirato alla tradizione secolare della liuteria italiana, coniugando la propria ingegneria audio-tecnica all'avanguardia con le sapienti tradizioni artigianali del nostro paese.

Sono sponsor tecnici del festival Acqua Recoaro storica azienda del territorio fondata a Recoaro Terme nel 1927, attualmente di proprietà di una multinazionale europea, che imbottiglia l’omonima acqua oligominerale e Brutal Agency agenzia di comunicazione digitale e web marketing, con sede in Veneto, che da anni affianca il festival jazz.

La storia di New Conversations – Vicenza Jazz inizia a Vicenza nel 1996, con i fondatori “storici” Luca Trivellato, Matteo Quero, Francesca Lazzari (all’epoca assessore alla cultura del Comune di Vicenza) e naturalmente Riccardo Brazzale, direttore artistico fin dalla prima edizione; dal 2013 l’organizzazione e la gestione del festival sono affidate dal Comune di Vicenza alla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza.

(Quasi) tutte sedute al piano: le grandi star di Vicenza Jazz

Il tema principale dominanel cartellone. E non è solo una questione di presenza di celeberrimi pianisti, portatori di stili e linguaggi assai personali e distinti uno dall’altro, ma anche di progettualità spinta alle estreme possibilità della tastiera. Come nel caso della serata inaugurale, il 13 maggio: al Teatro Olimpico si assisterà a una sorta di olimpiade pianistica, creata appositamente per Vicenza Jazz, nella quale Dado Moroni (un campione dei piano summit internazionali), Danny Grissett, Margherita Fava Francesca Tandoi si esibiranno in qualunque possibile combinazione dal solo al magniloquente intreccio di quattro pianisti. E non va tralasciato il set d’apertura della serata con Craig Taborn, uno dei pianisti più visionari dell’attuale corrente jazzistica.

Totalmente focalizzata sul pianoforte, oltre che sul lavoro di gruppo, è anche la serata del 16 maggio al Teatro Comunale, con protagonista Uri Caine alla massima potenza: si esibirà a capo di due distinte formazioni dai programmi altamente caratterizzati. In quartetto eseguirà una riduzione jazz ‘cameristica’ della sua opera sinfonico-corale “Honoring Octavius Catto”; poi con un ensemble di otto elementi eseguirà la sua riscrittura della Rhapsody in Blue di Gershwin (e di altre famose songs dello stesso autore), un progetto di raro ascolto in Italia, a una decina d’anni dal suo debutto per celebrare il centenario della prima esecuzione della composizione gershwiniana.

La sera seguente, il 17, sempre al Comunale, il pianoforte sarà affidato alle mani del cubano Omar Sosa: un radicale cambiamento di paradigma estetico col quale si indaga un’altra delle principali traiettorie dell’improvvisazione pianistica odierna, imbevuta di linguaggi geograficamente connotati (latin, afro, world in generale). Sosa sarà protagonista di due set: “Manos”, un duetto di pianoforti con la sua connazionale Marialy Pacheco, e “Food”, sinestesia uditivo-gustativa ideata ed eseguita assieme al trombettista Paolo Fresu, che con Sosa forma un binomio ormai storico.

Il pianoforte condividerà i riflettori col sax la sera del 15 al Comunale: Antonio Faraò e Chico Freeman eseguiranno in quintetto (con il featuring del trombettista Alex Sipiagin) un omaggio a John Coltrane e McCoy Tyner prodotto appositamente per il festival.

Le restanti due serate diversificano gli ascolti, puntando il microfono su strumenti più insoliti. È il caso del clarinetto (oltre che del sax alto) di Paquito D’Rivera, mito vivente della musica cubana, capace di esprimersi nel più puro linguaggio jazz boppistico come nel più infuocato idioma latin (14 maggio, Teatro Olimpico). E ancor più pittoresca è la strumentazione dei due set del 18 maggio al Comunale: all’apertura affidata alle percussioni policrome e poliritmiche dell’indiano Trilok Gurtu, seguirà l’intreccio tra l’oud del tunisino Dhafer Youssef e la chitarra fortemente elettrificata e carica di effetti del norvegese Eivind Aarset, che fa piazza pulita di qualunque categoria estetica abbia mai provato a tenere distinte la musica occidentale da quella orientale, il jazz dal rock e le musiche tradizionali.

E sono pur sempre strumenti a tastiera l’organetto e la fisarmonica piccola imbracciati dal sardo Pierpaolo Vacca, che assieme al conterraneo Paolo Fresu sarà protagonista del concerto di mezzanotte al Cimitero Maggiore (il 17), le sonorità di un’ancestrale musica sarda proiettata verso forme espressive futuribili.

Proxima: musica giovane nel pomeriggio vicentino

“Proxima”, la sezione dedicata ai giovani musicisti jazz realizzata in collaborazione con l’associazione culturale Bacàn, domina la fascia pomeridiana del festival. Il primo appuntamento, con il duo pianistico formato da Luca Sguera e Margherita Fava, si terrà il 14 maggio alla Basilica Palladiana, in collegamento con la mostra Pop/Beat. Ci si sposterà poi in vari spazi del Teatro Comunale per i successivi concerti: il 15 con il duo che affianca Camilla Battaglia (voce) e Simone Graziano (pianoforte); il 16 con i Nerovivo, il trio dell’astro nascente della batteria Evita Polidoro; il 17 con il quartetto del bassista Marco Centasso; il 18 con il chitarrista Edoardo Ferri, il cui trio è completato da due figure di riferimento del jazz italiano, Enzo Pietropaoli al contrabbasso e Fabrizio Sferra alla batteria.

Il 16, 17 e 18 maggio “Proxima” si sdoppia, lanciando anche “Aperitivo Proxima”, che farà da ponte tra la fascia pomeridiana e quella serale: si ascolteranno il quintetto Wasted (il 16), il Syntax Quartet (17) e i Raise Four (18), tutti nello spazio outdoor del Teatro Comunale (Vela).

Ascolti after hours

La programmazione della tarda serata del festival assume una nuova fisionomia, con il Teatro Comunale che ne diviene la principale, anche se non unica, location. Saranno ascolti a stile libero, anche con nomi affermati nel panorama concertistico nazionale e con un’ulteriore dose di pianisti. Si va dall’omaggio a Björk del trio The Last Coat of Pink (15 maggio, Basilica Palladiana) all’incursione nel mondo di Emily Dickinson dell’Emily Songs Quartet, con le musiche del pianista Francesco Carta (il 16, al Comunale). Ci saranno poi due sassofonisti coi loro quartetti, Lorenzo Simoni (il 16) e Michele Polga (il 17), entrambi nello spazio outdoor del Teatro Comunale (Vela), che ospiterà anche il quartetto co-diretto dal batterista Fabrizio Sferra e il sassofonista Dan Kinzelman (il 18). Quest’ultima serata di festival avrà una lunga coda: con la performance pianistica in solo di Paolo Birro a mezzanotte (Basilica Palladiana) e con lo sconfinamento orario del piano solo di Sade Mangiaracina, che si esibirà in un omaggio a Lucio Dalla all’alba del 19 al Parco del Museo del Risorgimento. Vicenza Jazz 2024 si chiuderà quest’anno al levar del sole.

Aspettando Vicenza Jazz

Due prologhi prepareranno l’atmosfera in attesa del festival. Il primo si terrà come da tradizione all’Auditorium Fonato di Thiene e avrà per protagonisti Eric Mingus e Silvia Bolognesi il 5 maggio. Il 7 maggio al Teatro Astra andrà in scena l’opera jazz di Federico Benedetti “Le serve” (tratta da Les Bonnes di Jean Genet), singolare composizione in cui trovano confronto le tecniche e i linguaggi del jazz e della musica colta e lirica.

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