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La sicurezza stradale di pedoni e ciclisti non ha colore politico

Gli assessori di Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza e Padova chiedono un dietrofront sul disegno di legge

In questi giorni è in discussione in Parlamento la riforma del Codice della Strada voluta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Gli assessori di Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza e Padova chiedono un dietrofront sul disegno di legge: "La sicurezza stradale di pedoni e ciclisti non ha colore politico", dichiarano all'unisono Stefano Zenoni – assessore all’Ambiente e alla Mobilità di Bergamo, Federico Manzoni – vicesindaco e assessore alla Mobilità di Brescia e Camilla Bianchi – assessora all’Ambiente di Brescia, Tommaso Ferrari - assessore all’Ambiente e alla Mobilità di Verona, Sara Baldinato – assessora all’Ambiente e Cristiano Spiller – assessore alla Mobilità di Vicenza e Andrea Ragona - assessore all’Ambiente e alla Mobilità di Padova.

"In questi anni - spiegano - tante città in Italia, seguendo i modelli europei più virtuosi, hanno introdotto nelle aree urbane, su richiesta dei propri concittadini, elementi di moderazione del traffico, interventi per una sana convivenza tra bici e auto e approntato soluzioni per il gravoso problema della sicurezza stradale. Il disegno di legge in esame, purtroppo, va esattamente nel senso opposto, indebolendo la convivenza tra i diversi utenti della strada e non intervenendo sulla prevenzione delle principali cause di incidenti, su tutte la velocità eccessiva delle auto".

"Ma, soprattutto - continuano - limita pesantemente l’autonomia di azione delle Amministrazioni comunali, prevedendo l’intervento del Ministero per ogni decisione che riguarda la progettazione e realizzazione di piste ciclabili, di zone a traffico limitato e di aree a basse emissioni, aree pedonali e aree di sosta nelle città, comportando di fatto lo stop all’introduzione, da parte degli enti locali, di strumenti utili a potenziare la sicurezza stradale. In tutta Italia si è attivata una forte mobilitazione contro questa riforma da parte di tante associazioni da tempo impegnate a favore di sicurezza stradale e mobilità sostenibile".

"Come assessore e assessori impegnati in prima linea su queste tematiche, chiamati a rispondere alle richieste sempre più pressanti da parte della cittadinanza per città a misura di persona - concludono - esprimiamo forte preoccupazione per questa riforma del Codice della strada che riduce il ruolo dei Comuni nel realizzare nuove strutture per la mobilità dolce, guarda in maniera semplicistica al tema della sicurezza stradale e compie numerosi passi indietro rispetto agli obiettivi di sostenibilità ambientale da raggiungere anche attraverso la mobilità ciclabile e la moderazione del traffico. Auspichiamo una presa di coscienza da parte del Parlamento e del Governo e un conseguente dietrofront sul disegno di legge".

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