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Vittima di un abuso sessuale, non trova alcuna tutela

È la storia di uno studente vicentino, abusato da un ragazzo conosciuto in chat. Sulla vicenda è intervenuta la consigliera regionale Cristina Guarda

Vittima di violenza sessuale, non riesce a trovare aiuto. Si tratta della terribile vicenda capitata a uno studente dell’hinterland vicentino che, dopo avere incontrato un altro ragazzo in una chat di incontri ed esserci uscito già una volta, avrebbe subito da quest'ultimo un grave abuso sessuale, di fonte al quale non avrebbe trovato alcuna tutela.

Come conferma a VicenzaToday l’avvocato Alessandra Bocchi, che sta seguendo il caso, dopo avere subito la violenza il ragazzo sarebbe stato respinto dal pronto soccorso, dove si era recato per farsi medicare, e rimandato al centro antiviolenza di Vicenza. Giunto nel luogo, però, allo studente è stato fatto sapere che il servizio è dedicato esclusivamente alle donne. Un buco normativo che l’avvocato Bocchi ha già segnalato alla regione Veneto, attraverso un’istanza scritta agli assessori Lanzarin e Donazzan, chiedendo che venga estesa la legge regionale 5 dell’aprile 2013 anche alle vittime di abusi di sesso maschile.

Sulla vicenda è intervenuta anche la consigliera di Europa Verde Cristina Guarda. «Lo scorso anno, in sede di bilancio, presentai in consiglio regionale un emendamento al collegato alla legge di stabilità per l’istituzione in Veneto di centri antiviolenza di orientamento sessuale (C.A.O.S.). Nello specifico la proposta prevedeva che la regione del Veneto coordinasse e sostenesse la costituzione da parte di enti locali, singoli o associati, associazioni e organizzazioni operanti nel settore che abbiano maturato esperienze e competenze specifiche, di centri antiviolenza di orientamento sessuale (C.A.O.S) ai fini della prevenzione e la presa in carico di vittime di violenza contro le persone lgbt+. Il servizio includeva: un numero di emergenza presidiato da operatori formati e qualificati, una struttura di protezione 24 ore su 24, attraverso la reperibilità di operatori formati per la prima accoglienza e la protezione in casi di emergenza e sportelli di supporto psicologico, legale, di orientamento al lavoro e all’autonomia abitativa».

«L’emendamento fu respinto dall’attuale maggioranza in consiglio – prosegue Guarda -. Purtroppo nel corso del 2022 non sono mancati episodi, dal caso Cloe alla triste vicenda del ragazzo vicentino, che testimoniano quanto siano necessari centri capaci di fornire supporto alle vittime di violenza, anche domestica, che talvolta non trovano supporto in altri centri anti-violenza. Preso atto della necessità crescente, riproporrò anche quest’anno la proposta in Consiglio regionale, sperando che anche i colleghi abbiano nel frattempo preso atto delle difficoltà che queste vittime sono costrette ad affrontare».

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