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Domenica, 28 Aprile 2024
Attualità Cassola

Funerali di Stefano Gheller, l'associazione Coscioni: "Siamo certi che Stefano non si è battuto invano"

Presente anche il governatore del Veneto Luca Zaia: "Le sue battaglie per il diritto di scegliere, fino alla fine, porteranno avanti la sua memoria"

Si sono svolti lunedì, nella chiesa di San Giuseppe di Cassola, i funerali di Stefano Gheller, morto giovedì pomeriggio all'ospedale San Bassiano. Il feretro del 50enne affetto da distrofia muscolare e paladino della lotta per il riconoscimento del fine vita è stato accompagnato sul sagrato dalla canzone “Rain” di Madonna. A presiedere la cerimonia funebre è stato monsignor Beniamino Pizziol, vescovo emerito di Vicenza. Presente anche Luca Zaia.

“Stefano ci ha lasciati fisicamente, ma resta la lezione che ci ha trasmesso col suo impegno, da grande sostenitore delle libertà e da profondo innamorato della vita. Stefano non ha fatto politica, si è occupato della libertà, da persona che era prigioniera del suo corpo – ha dichiarato il governatore del Veneto - Nel nostro primo incontro mi ha parlato di investire risorse per creare in Veneto le spiagge per disabili gravi. E ricordo anche quando gli ho dato una mano per cambiare l'auto con la quale amava muoversi, in una costante ricerca di conoscenza e libertà. Era un ragazzo intelligentissimo, che io non dimenticherò mai. Le sue battaglie per il diritto di scegliere, fino alla fine, porteranno avanti la sua memoria”.

Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni ha invece sottolineato: “Stefano si è battuto come un leone nonostante le sue difficilissime condizioni di salute, per la cosa più importante, la libertà di scelta. E’ stato leader della nostra campagna LIBERI SUBITO, la proposta di legge regionale per definire procedure e tempi certi nell’iter per il “suicidio assistito”, già legalizzato dalla Corte Costituzionale. Non si batteva solo per se stesso, e infatti ha continuato a combattere con generosità anche dopo aver ricevuto il via libera dal Servizio sanitario. Andremo avanti spinti dal suo coraggio, e insisteremo per chiedere che il Consiglio regionale Veneto riprenda a discutere la nostra proposta rinviata in Commissione. Siamo certi che Stefano non si è battuto invano: la sua memoria ci darà la forza -a noi e a tantissimi altri- per ottenere il riconoscimento di nuovi diritti e libertà”.

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