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Fidas Vicenza: «1400 donazioni di sangue in meno rispetto al 2021»

La presidente Chiara Peron: «Stiamo lavorando per risvegliare il senso del dono nei donatori ed incentivare i giovani a farsi avanti»

«L’amore per la vita non può essere come la fiammella di una candela che, prima o poi, inevitabilmente si spegne». Con questa metafora Fidas Vicenza disegna l’allarmante crollo nelle donazioni di sangue. Rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, infatti, ne mancano all’appello 1400.

È forte la preoccupazione della presidente provinciale di Fidas Vicenza, Chiara Peron: «Questo dato è sintomo di una disaffezione al dono del sangue che deve preoccupare non soltanto i responsabili della nostra associazione – spiega -, ma la comunità vicentina intera, in quanto il sangue che noi doniamo può essere la vita per chiunque. Ed occorre ricordare che l’uso del sangue non è mai una soluzione che prevede alternative. Il sangue non si crea in laboratorio, non si trova in vendita online o nei supermercati, per essere disponibile in ospedale dev’essere donato da qualche persona di buona volontà».

Stiamo attraversando un momento storico complesso in cui, secondo l’associazione, il dinamismo è in gran parte stato sostituito dalle comodità. «Non è facile comprendere cosa stia accadendo – prosegue la presidente Peron – ma non possiamo certo continuare ad addossare tutte le colpe alla pandemia, sebbene il Covid-19 continui ad essere nostro compagno di viaggio. Occorre reagire, guardare avanti, pensare a tutelare la vita propria e quella degli altri. Andare a donare è un atto di responsabilità, è un gesto semplice che ciascuno può compiere. Molti lo possono fare, quindi, perché tirarsi indietro? Abbiamo una coscienza che ci dice che potrebbe essere anche una persona a noi vicina e cara ad averne tempestivo bisogno».

Può esser venuto meno il senso civico nei donatori di sangue, forse anche il buon senso? «Impossibile! Non lo voglio minimamente pensare! I donatori di sangue sono persone meravigliose! – continua la presidente Peron - La carenza di donazioni è attribuibile a tanti fattori, ma non posso pensare che i donatori abbiano perso la volontà di aiutare chi ne ha bisogno. La sfida oggi è riprendere il ritmo, per continuare a donare con assiduità. Un appello a tutti i donatori: Noi siamo l’unica alternativa di vita per tante persone. Facciamoci avanti, andiamo a donare. Sproniamo i giovani, i nostri figli all’azione, quell’azione che rappresenta un gesto semplice di educazione al senso civico di cui, senza dubbio, abbiamo tanto bisogno in questa società».

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