Incontri ravvicinati
L’ingrandire, l’adottare la grande misura conduce in pittura ad un effetto estetico sorprendente, di stupore e meraviglia. È quanto accade con le opere di Rosabianca Cinquetti, che dipinge immagini di oggetti in acciaio, delle pentole, concentrandosi su un dettaglio ed attuandone l’ingrandimento, la variazione di scala.
Nella mostra a Villa Caldogno a Caldogno, a cura di Maria Lucia Ferraguti, Cinquetti ricorre al blow up, l’ingrandimento fotografico. Già alcuni manieristi nel Cinquecento ingrandivano, seguiti da Goya, Magritte, De Chirico fino a Lichtenstein, Oldenburg, Gnoli. Il titolo Incontri ravvicinati accorda alle immagini di ogni singola opera la storia personale di Cinquetti, i sentimenti del passato. L’oggetto, o meglio "il rapporto tra oggetto e soggetto”, entra nella precoce vocazione artistica di Cinquetti: “Il recupero attraverso la pittura, di un oggetto quasi odiato...”. Così la pittura argentata, dalla grande precisione sempre vigorosa e vibrante nel cromatismo, assorbe il rosso vivace, il variare delle tonalità dell’acciaio che la materia trasmette, la presenza dei vuoti, il legame con lo sfondo.
Cinquetti, nel dipingere, si trova vicina al pensiero di Goffredo Parise, il quale attribuisce all’oggetto la possibilità di supplire alla carenza degli affetti, di assumere un ruolo prima del tutto sconosciuto nelle relazioni interpersonali. Gli oggetti perdono quindi la loro funzione e praticità per evolvere sul piano dei sentimenti o, addirittura, per “sostituirli”. “Possedere” degli oggetti porta a “possedere” la realtà, in quanto “gli oggetti rappresentano la realtà e nel possederli si possiede la realtà”. “Non tutta, naturalmente, ma quella porzione di realtà che mi è indispensabile per vivere”.
Inaugurazione sabato 7 ottobre alle ore 18.30.
Chiude il 29 ottobre. Orario venerdì 15-18, sabato e domenica 9-12 /15-18.
Sabato 14 Paula Sweet presenta il libro di oltre 400 foto dedicato al racconto fotografico di Parigi, alle ore 18.30.