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Un viaggio in bici per ricordare Chiara, l'arrivo alla Banca degli occhi

Un tour di 2500 chilometri che ha fatto tappa in 11 città italiane: un'iniziativa voluta dalla famiglia Munaro-Rizzotto per testimoniare l'importanza della donazione

Si è concluso il 18 ottobre a Mestre (Venezia), con l'arrivo alla banca degli occhi presso l'ospedale dell'Angelo, il tour in bicicletta "In viaggio con gli occhi di Chiara": un'iniziativa voluta e messa in pratica dalla famiglia di Chiara Munaro, vicentina scomparsa all'età di 21 anni che, dopo la sua morte, fu donatrice di cornea.

Come riporta Veneziatoday, gli zii Giuseppe e Orsolina, assieme ai genitori Michela e Leonardo, erano partiti il 23 settembre da Creazzo (Vicenza). Lungo un percorso di 2500 chilometri il gruppo, a cui si sono uniti amici e sostenitori, ha fatto tappa nelle sedi di 11 banche degli occhi di tutta Italia, con l'obiettivo di testimoniare proprio l'importanza del dono della cornea. Chiara avrebbe voluto donare il sangue e il midollo osseo, un desiderio che non ha potuto realizzare a causa della malattia oncologica. Così la sua generosità si è concretizzata in un altro modo: «Parlando con l’oncologa - spiega la zia Orsolina Zanin - abbiamo scoperto la possibilità di donare le cornee. Così, quando è arrivato il giorno della sua dipartita, per noi la scelta è stata semplice: è stato come assecondare un suo desiderio». Le cornee vennero accolte nel 2021 alla banca degli occhi di Mestre e poi trapiantate, permettendo a due persone di recuperare la vista.

Il viaggio partito da Creazzo, città natale di Chiara, ha attraversato Monza, Pavia, Torino, Genova, Lucca, Napoli, Roma, l’Aquila, Fabriano, Bologna e infine Mestre. In ogni tappa si è svolto un incontro con medici, infermieri, operatori delle banche degli occhi, oculisti e volontari. Un viaggio che, per la famiglia, si conclude sempre con una nuova ripartenza, tanto che il motto è "donare, ripartire, rinascere". «Siamo grati alla famiglia di Chiara - è il commento di Diego Ponzin, presidente della Società italiana banche degli occhi - perché la loro iniziativa da una parte testimonia l’alto valore umano del dono, dall’altra mette in evidenza il ruolo delle banche degli occhi e dei loro operatori, custodi di un dono prezioso che nelle loro mani diventa una terapia che ridà la vista». Un obiettivo che, «grazie a gesti come quello di Chiara e della sua famiglia, ogni anno ci permette di operare al fianco di oltre 200 chirurghi oftalmologi e di stare accanto a quasi 3000 famiglie, che in un momento di dolore possono trarre conforto dal dono», aggiunge Giuseppe Di Falco, presidente della Fondazione banca degli occhi del Veneto.

«È importante sensibilizzare, è importante parlarne - afferma il papà di Chiara, Leonardo Munaro -. Quando abbiamo saputo che con le cornee che Chiara ha donato due persone vedono, è stata una rinascita, una ripartenza. E per noi è come se Chiara vivesse per sempre». La delegazione arrivata mercoledì mattina è stata accolta anche dal direttore del Centro regionale trapianti Giuseppe Feltrin, dal presidente di Aido Veneto Luca Cestaro, dal direttore dell'Ulss 3, Edgardo Contato, dall'assessore comunale Simone Venturini e dall'assessore regionale Manuela Lanzarin. «Con questa iniziativa - commenta Lanzarin - la Fondazione banca degli occhi si conferma leader non solo per l’elevatissimo livello scientifico del suo operare, ma anche per la partecipazione attiva alla sensibilizzazione rispetto al dono di un organo o di un tessuto. Abbiamo in Veneto un’eccellenza internazionale, capace di aumentare di anno in anno il volume di cornee utilizzate, che oggi sono più di 2.000 l’anno».

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