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Martedì, 30 Aprile 2024
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"Cammina Cammina maestro Olmi" : le sue scarpe esposte al Santo di Padova

Le vecchie scarpe da calcio del regista scomparso e conservate per oltre cinquant’anni nella casa di Asiago sono in mostra nella città patavina fino al 15 luglio prossimo.

Chiedere le scarpe di un grande regista come Olmi, non è cosa semplice o scontata. Per di più se si ricevono come risposta le sue vecchie scarpe da calcio, conservate per oltre cinquant’anni nella casa di Asiago. L’invito gli venne rivolto nel 2013 per la mostra Camminamente, ora aperta nella Basilica del Santo a Padova, fino al 15 luglio prossimo.

E’ qui che le scarpe del grande regista sono esposte per la prima volta, nella sezione dedicata alla “memoria”: “Sono scarpe speciali dal valore simbolico –spiega l’ideatore della mostra Antonio Gregolin-, che riassumono come si possa camminare anche e solo con la memoria senza per questo dover fare centinia di chiolometri a piedi”.

A dimostrarlo nella sezione espositiva, sono i libri di Emilio Salgari che senza mai viaggiare scrisse ottanta memorabili libri d’avventura. Ancora, le scarpe di Marco Paolini, l’attore che fa percorre i sentieri della memoria attraverso il teatro contemporaneo. "Quelle di Ermanno Olmi, sono le ultime arrivate in mostra, anche se era il 2013 quando chiesi le scarpe al grande maestro, ricevendo con mia sorpresa le sue scarpette da calcio. Allora mi disse, accompagnandole con un biglietto autografato:

«Perché le dono le mie scarpette da calcio di quand’ero giovane? Perché rappresentano un sogno che non si mai realizzato. In gioventù coltivavo come molti miei coetanei la speranza di realizzare alcuni sogni: nel mio caso fare del cinema o diventare un calciatore. Mi è stato dato di diventare solo un regista! Ecco perché ho conservato per tutto questo tempo queste mie vecchie scarpette. Vederle nella mia scarpiera, mi ha sempre provocato un’infinita tenerezza, pensando a quel sogno che non si è mai realizzato”.

Lui che i sogni li ha raccontati in molti suoi film: da "Cammina Cammina", a "Cento chiodi", il "Villaggio di cartone", a “Torneranno i Prati". Un film però su tutti è già divenuto memoria sociale: "L'albero degli zoccoli" del 1978 di cui quest'anno ricorre il 40mo. «Solo pochi giorni fa, sapendo dell’aggravarsi del maestro, abbiamo pensato a un tributo all’opera di Olmi». «Nella mostra al Santo –prosegue Gregolin-,  è stata così aggiunta alla teca con le sue scarpe che attirano l'attenzione e ammirazione di migliaia di pellegrini e visitatori, un paio di piccoli zoccoli di legno fatti a mano, che evocano la storia del giovane Mènec del film, accompagnati da una memorabile frase sul legame terra-madre che Olmi ha sempre coltivato e manifestato nelle sue opere. Oggi queste scarpe assumono un valore ancora più emblematico, perché chiamate a farsi memoria ».

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