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Cronaca Romano d'Ezzelino

Schianto sul Grappa, 3 anni e 4 mesi per il motociclista che provocò l’incidente

La vicenda risale al primo giugno 2020. Per Filippo e Gloria Bonin non ci fu nulla da fare

Al 47enne di Pozzoleone, G.N, che provocò l'incidente sul Grappa che il 1° giugno del 2020 costò la vita a Filippo e Gloria Bonin, papà e figlia di Malo, il giudice Nicolò Gianesini del Tribunale di Vicenza ha stabilito una pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione, in abbreviato. 

Il giudice ha anche disposto l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e la revoca della patente di guida, oltre che la condanna al pagamento delle spese processuali.

Nonno Renato - accompagnato da Domenico Caon, consulente Giesse Risarcimento Danni, società specializzata nella gestione di incidenti stradali mortali, con sede anche a Rosà - particolarmente scosso da questa tragedia, ha seguito personalmente numerose udienze del processo e anche quest’ultima: “Il dolore che ho provato negli ultimi tre anni e che ancora provo è indescrivibile – ha commentato Renato quando è uscito dall’aula – Nessuno dovrebbe vivere una tragedia di questo tipo, né tanto meno sopravvivere in questo modo ai propri figli e nipoti. Gloria aveva solo 11 anni e aveva tutta la vita davanti a sé. Ricordo che era sempre sorridente. Anche quel giorno, quando è partita con il papà per un giro in moto e non è più tornata a casa”.

Quel pomeriggio, verso le 15.15, papà Filippo era in sella alla sua Bmw assieme alla figlioletta Gloria quando, scendendo lungo la provinciale 148 “Monte Grappa” verso Romano d’Ezzelino, nel completare una curva che volge a sinistra, si trovarono improvvisamente davanti il motociclo Kawasaki condotto da G.N. Filippo, padre e figlia vennero letteralmente travolti dalla Kawasaki. A nulla, purtroppo, valsa il tempestivo intervento del personale sanitario del 118, l’impatto è stato fortissimo ed entrambi morirono sul colpo per le gravissime lesioni riportate.

“Per fare chiarezza sulla dinamica dell’incidente sono state fatte ben due perizie – conclude Domenico Caon di Giesse – la prima dall’Ing. Alberto Sartori, consulente tecnico incaricato dal Pm e la seconda dall’Ing. Giovanni Sturniolo, perito incaricato da giudice durante il processo. Come motivato nella sentenza, appare quindi chiaro quanto accaduto quel giorno: la causa determinante del sinistro va attribuita alla condotta di G.N., conducente della Kawasaki il quale, in assenza di condizioni che consentissero di accertare di non creare pericolo o intralcio ai veicoli provenienti dall’opposto senso di marcia, si è posto al centro della propria carreggiata a sinistra del furgone Peugeot che lo precedeva, ragionevolmente per verificare ci fossero le condizioni per effettuare un sorpasso di quest’ultimo. Tale spostamento ha determinato l’invasione della corsia di marcia opposta, obbligando Filippo Bonin a frenare per evitarlo, perdendo così il controllo della propria moto”.

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