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Blitz dei carabinieri ai cantieri della Spv? «Zaia batta un colpo»

Le nuove indagini ordinate dalla magistratura berica sul tratto della Superstrada pedemontana veneta in costruzione tra Malo e la valle dell'Agno scuotono la politica regionale: mentre i comitati mettono il governatore sulla graticola

«Il blitz dei carabinieri e l'acquisizione di documentazione sulla tratta del cantiere della Superstrada pedemontana veneta», nota come Spv, in costruzione da tra Malo e Castelgomberto suscita parecchie reazioni da parte dei cittadini e del mondo politico. Lo scrive il consigliere regionale leoniceno Cristina Guarda (Verdi) che ieri 19 novembre sull'argomento si è spesa parecchio diramando una lunga nota. «Il tratto della Spv tra Malo e Castelgomberto - si legge è stato più volte al centro di polemiche e indagini, tra crolli, incidenti mortali, notizie di uso di materiale non certificato o di cemento di qualità non consona». Per non parlare, attacca ancora la Guarda della contaminazione da derivati del fluoro, «i temutissimi Pfas», attribuita da Arpav ai cantieri della Spv.

Guarda ai taccuini di Vicdnzatoday.it spiega come in questi giorni i carabinieri, coordinati dal pubblico ministerio Cristina Carunchio della procura berica, avrebbero compiuto più sopralluoghi. Da quanto è emerso i militari avrebbero acquisito documenti ed effettuato rilievi per due motivi. Il primo, capire se i materiali lungo la tratta tra Malo e Castelgomberto, galleria inclusa, siano idonei ovvero se vi siano delle difformità tra quanto realizzato e quanto indicato a progetto. In secundis i militari starebbero controllando con attenzione se l'uso di acceleranti di presa contenenti Pfas possano aver contaminato la matrice suolo in maniera non conforme alla legge penale.

«La presenza dei Pfas a ridosso dei cantieri della Spv - fa sapere la consigliera leonicena - il 17 novembre è stata oggetto peraltro di un affollato incontro al cinema Lux di Castelgomberto». Incontro organizzato da Legambiente, Isde e Fridays for future, durante il quale l'uditorio ha chiesto a gran voce che gli organi preposti a partire dalla Regione Veneto, si attivino per verificare in modo puntuale eventuali contaminazioni da Pfas lungo i territori attraversati dalla Spv.

Sempre sul versante Spv il 18 novembre è intervenuto il Covepa con un lungo dispaccio. Nel quale il portavoce Massimo Follesa ha parlato della azione messa in campo nei mesi dal comitato Palazzina. Una azione civile in forza della quale il tribunale di Vicenza ha stabilito che prossimamente le parti in causa avranno accesso al tunnel per appurare se le la sua costruzione possa o potrà arrecare danni o disagi proprio alle abitazioni di via Palazzina a Cornedo Vicentino. Case che peraltro si trovano al confine col Comune di Castelgomberto. Il 23 di novembre dovrebbe essere formalizzata la nomina del perito del tribunale incaricato di valutare lo stato della situazione.

Secondo l'architetto Follesa la perseveranza del comitato cornedese sarebbe stato tra i motivi da parte della magistratura per riprendere in mano il dossier relativo alla «mancata certificazione dei materiali del tunnel Malo-Castelgomberto». In questo contesto Follesa parla di certificazione dei materiali tutta da indagare, in una con le «condizioni geologiche» del sito. Il portavoce del Covepa per vero ha pure affrontato una serie di argomenti considerati in sospeso in un breve video pubblicato su YouTube. Follesa ai taccuini di Vicenzatoday.it fa poi un'ultima riflessione: «Sul blitz dei carabinieri in Pedemontana la Regione Veneto batta un colpo. Come deve battere un colpo il governatore Veneto Luca Zaia. Da lui vorremmo sapere quante ispezioni amministrative in contraddittorio palazzo Balbi abbia eseguito in questi anni».

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