rotate-mobile
Attualità Thiene

Caso Nevi, in otto a giudizio: 400mila euro il risarcimento chiesto dalla procura

La conferma del numero delle persone soggette al procedimento avanti la Corte dei conti per presunto danno erariale arriva direttamente dal comandante del consorzio della polizia locale del Nordest vicentino che alla telecamere di Vicenzatoday.it si dice ben convinto della bontà delle scelte operate dall'ente: ma rimane fitto il mistero sui nomi coinvolti

Che la querelle attorno alla gestione del Consorzio Nevi non si potesse semplicemente ricondurre ad una scaramuccia tra le opposizioni di centrodestra e il sindaco thienese Giampi Michelusi lo si era intuito sin dall'inizio: nonostante «un pezzo della stampa locale, vuoi per malizia vuoi per fanciullesca incapacità, ci abbia messo del suo». La querelle attorno alle gestione del Nevi, il consorzio della polizia locale dell'Alto vicentino in realtà può essere spiegata solo con le scelte amministrative operate negli anni passati. Scelte che hanno riguardato sia i funzionari sia i componenti dei consigli di amministrazione che ne hanno fatto parte. Corrette o scorrette che siano sarà la Corte dei conti a dirlo visto che il procedimento aperto dalla procura erariale è a un giro di boa visto che sono in otto ad attendere la sentenza di primo grado. La questione di fondo però è che l'unico che in questo momento ha deciso di spiegare il suo punto di vista è il comandante Giovanni Scarpellini. Il quale in una video-intervista registrata ieri 12 ottobre e pubblicata in queste ore su Vicenzatoday.it ha precisato alcuni aspetti di non poco conto compreso il numero delle persone sottoposte a indagine.

L'INTERVISTA
Scarpellini ai microfoni di Vicenzatoday.it, ovviamente potendo parlare solo per sé, ha dato conto di quando ha avuto notizia del procedimento per danno erariale, di quando in settembre si è tenuta l'udienza presso il tribunale contabile veneziano avendo cura di spiegare quale sia, indipendentemente da come la si pensi sul punto, la sua idea di polizia locale. Il comandante per l'appunto ha pure fornito il numero esatto dei soggetti sottoposti a indagine da parte della Corte dei conti. O meglio Scarpellini ha spiegato quante persone siano in attesa di giudizio: ossia otto in totale lui compreso. Completamente diversa invece è stata la condotta del consiglio di amministrazione: composto dal presidente Giampi Michelusi e dai membri Maria Teresa Sperotto e Claudio Benicà.

LA COLTRE DI SILENZIO
I tre contattati ripetutamente da chi scrive per conoscere nomi e cognomi dei soggetti bersaglio delle rimostranze della magistratura erariale in una con la natura delle condotte contestate hanno scelto, almeno per il momento, «la scorciatoia» del silenzio: tanto che sulla identità degli incolpati e sulla natura degli addebiti nei loro confronti il mistero rimane fitto. L'unico che ha parlato per l'appunto è Scarpellini, il quale però è un funzionario, seppure di alto rango e non ha una veste politica.

Perché è la politica, ossia i comuni che fanno parte del consorzio, che in casi del genere deve dare conto degli indirizzi impartiti all'ente. In questo senso in questi giorni, tranne qualche ininfluente eccezione, non si è registrata alcuna presa di posizione delle giunte comunali: anche i consiglieri dei vari comuni, di maggioranza o di opposizione che fossero, si sono ben guardati dal chiedere pubblicamente un chiarimento degno di questo nome. Gli stessi silenzi si sono registrati dalla politica regionale, centrodestra o centrosinistra poco importa, giacché pure palazzo Balbi, come riporta Vicenzatoday.it del 9 ottobre era stato investito del problema.

OMBRE NERE ALL'ORIZZONTE E MAL DI PANCIA SOTTO IL PELO DELL'ACQUA
In queste ore l'opposizione in seno al consiglio comunale di Thiene, sembra intenzionata a chiedere una assise straordinaria. Che sul punto potrebbe tenersi a porte chiuse perché l'argomento passa al vaglio questioni relative a singoli individui (questa almeno potrebbe essere una interpretazione restrittiva e non molto ancorata al dettame della legge nazionale ove la presidenza del consiglio comunale scegliesse di limitare la pubblicità della seduta). Ma i consiglieri, thienesi e non, avranno in mano tutte le carte per comprendere appieno che cosa sia successo dal 2006, anno di creazione del consorzio, ad oggi? Il colore politico in questo caso c'entra gran poco perché le maggioranze dei comuni che fanno parte del consorzio sono ben quindici (Bolzano Vicentino, Bressanvido, Calvene, Carré, Chiuppàno, Dueville, Fara Vicentino, Lugo, Lusiana Conco, Montecchio Precalcino, Monticello conte Otto, Sandrigo, Sarcedo, Villaverla, Zané, Zugliano e Thiene con quest'ultimo a fare da capofila).

Ma c'è di più. Pare che nelle ultime ore un paio di consiglieri comunali fra quelli riferibili alle municipalità consorziate abbiano annunciato, come è loro diritto sancito dal Testo unico degli enti locali, di voler procedere con un accesso agli atti per conoscere gli addebiti della procura veneta della Corte dei conti sul cui merito si sa ancora molto poco. Pare però, il condizionale è d'obbligo, che alcuni esponenti di qualche amministrazione comunale abbiano preconizzato, con pressioni pesanti e ventilate diffide, il divieto assoluto di pubblicazione degli atti per questioni legate alla privacy. Si tratterebbe di una condotta borderline che potrebbe preconizzare perfino il reato di attentato ai diritti politici del cittadino.

L'ECCEZIONE DI CASAROTTO
In questo contesto va registrata comunque l'eccezione dell'ex presidente del cda del consorzio Nevi Giovanni Casarotto (già sindaco di Thiene) il quale spiega che in relazione «agli addebiti mossi a Venezia» dalla procura veneta presso la Corte dei conti («400mila euro è l'ammontare delle richieste» per presunto danno erariale) preferisce «attendere l'esito della sentenza in una con le sue motivazioni». Come ex componente del cda infatti Casarotto assieme a Scarpellini è tra coloro che sono in attesa di giudizio. L'ex sindaco tra l'altro tiene a precisare «di non avere mai parlato con Michelusi» del procedimento in corso nonostante in piazza Ferrarin la voce fosse circolata, seppur molto in sordina. L'attuale sindaco Michelusi, attuale presidente del cda di Nevi, peraltro è fuori dal procedimento nell'ambito del quale gli incolpati sono difesi dall'avvocato Carola Pagliarin del foro padovano.

LO SCENARIO E I BOATOS
Ad ogni buon conto i mal di pancia sotto il pelo dell'acqua della politica dell'Alto vicentino continuano imperterriti anche nei rapporti mai facili coi media. Da giorni si parla di articoli sulla stampa locale «firmati da un autore o da una autrice con evidenti rapporti di parentela» con un agente del Nevi. Tanto che «è chiaro che un pezzo della stampa locale, vuoi per malizia vuoi per fanciullesca incapacità, ci abbia messo del suo per rendere poco leggibili i contorni della vicenda». Questa è la voce a mezza bocca che rimbalza tra alcuni consiglieri comunali del comprensorio. Che sulla linea del silenzio adottata da Michelusi, Benincà e Sperotto parlano di «scorciatoia prevedibile».

LA RETROSPETTIVA
Il busillis va ricercato però nella scelta che fece nel 2006 sindaco thienese del tempo, il leghista Attilio Schneck. L'allora comandante dei vigili urbani, il dottor Luca Rosini, che aveva la qualifica di dirigente, decise di accettare il comando della polizia municipale di Vicenza. Il posto rimase vuoto tanto che Schneck e gli uffici pensarono a Scarpellini: che aveva da poco lasciato il comando dei carabinieri di Thiene ed era conosciuto «per il suo grande slancio» nonché per le sue «indubbie doti organizzative».

Scarpellini però non era laureato all'epoca. E senza laurea l'assunzione da dirigente e lo stipendio da dirigente non si sarebbero potuti giustificare. Scarpellini per vero si laureerà in seguito mantenendo la veste di comandante. E così l'amministrazione Schneck, detto alla grezza, gli costruì attorno, sul piano amministrativo, giustappunto la figura di comandante che poi divenne direttore-comandante quando prese forma il consorzio intercomunale. Quella posizione, retribuzioni incluse, fu confermata dalle amministrazioni comunali che seguirono con i loro esponenti di diritto nel cda consortile (sono le amministrazioni capitanate da Maria Rita Busetti del Carroccio e quella capitanata da Casarotto del Pd).

L'EREDITÀ DI «TITTI» E LA QUESTIONEDI FONDO
Poco dopo l'arrivo in piazza Ferrarin di Michelusi, avvenuto pochi mesi fa, la procura veneta della corte dei conti (su input del sindacato Cub secondo quest'ultimo, ma tra i consiglieri c'è chi parla di una soffiata anonima prevista dalla legge sul whistleblowing) ebbe da ridire su come erano maturate alcune scelte in seno al consorzio chiedendo poi ai diretti interessati la cifra di circa quattrocentomila euro che sarebbe stata indebitamente assegnata negli anni.

Sarà il giudizio, in caso di soccombenza degli incolpati, a stabilire chi abbia percepito indebitamente cosa. Sta di fatto però che la magistratura si è limitata a passare ai raggi X solo gli ultimi cinque anni, perché quanto accaduto prima è coperto dalla prescrizione. Sul piano politico però, in caso di condanna, la responsabilità primigenia sarebbe da ricercare alla metà dei primi anni Duemila: quando in piazza Ferrarin a menare le danze era Schneck: nome di battaglia «Titti». Sullo sondo di tutto però rimane il cuore del problema. La polizia locale è tenuta da tempo ad ampliare la propria sfera di competenza perché lo Stato in termini di uomini e mezzi, complice la spending review praticata per lustri da ogni maggioranza politica, fa scemare la sua presenza sul territorio. I comuni però, che come tutti gli enti pubblici scontano un taglio delle risorse, non hanno la base finanziaria per rimodulare in modo congruo la presenza della polizia locale: in un circolo vizioso che secondo i sindacati si alimenta in modo perpetuo.

ASCOLTA L'INTERVISTA A GIOVANNI SCARPELLINI

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caso Nevi, in otto a giudizio: 400mila euro il risarcimento chiesto dalla procura

VicenzaToday è in caricamento