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Spv? Lo studio di Unioncamere serve solo a coprire un «disastro economico»

Il democratico Zanoni punta l'indice sulle conclusioni di un rapporto che secondo il consigliere d'opposizione ha come fine solo quello di mascherare la ferita che la Superstrada pedemontana veneta infliggerà al budget regionale

Unioncamere e Uniontrasporti stimano che la Superstrada pedemontana veneta sia un investimento riuscito? Quello studio è completamente fuori bersaglio. A sparare a palle incatenate contro il raggruppamento camerale è il consigliere regionale veneto Andrea Zanoni del Pd (in foto) che ieri 13 marzo ha diffuso una nota al vetriolo.

«LA PIETRA DELLO SCANDALO»
«La pietra dello scandalo» come lo studio è già stato ribattezzato in seno alla galassia ecologista, è giustappunto lo studio redatto da Unioncamere e Uniontrasporti (ne hanno parlato diffusamente i media regionali nonché la Rai che è stato presentato un paio di giorni fa a alla Fiera di Verona.

Secondo Mario Pozza, Presidente di Unioncamere del Veneto, l'infrastruttura appena ultimata, che connette Montecchio Maggiore nell'Ovest vicentino a Spresiano a Nord di Treviso, costituisce «un'opera che il Veneto aspettava da decenni e che rappresenta un segnale di vitalità e di razionalità: la base di partenza per una vivibilità maggiore del nostro territorio oltre che uno straordinario risparmio di vite salvate. Perché non esiste libertà di impresa senza libertà di movimento». Queste almeno sono le parole che il presidente affida alle colonne di Prima Verona.

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Il consigliere regionale di contro, che da anni denuncia le storture di un progetto perennemente al centro di mille polemiche, anche in ragione dello stato di salute dell'opera, che pure è appena stata ultimata, non le manda a dire. E dati alla mano traccia un primo bilancio.

«È evidente che i sostenitori di quest'opera che stanno al governo della Regione fanno di tutto per arrampicarsi sugli specchi, sbandierando report che servono solo a nascondere il disastro economico che la Pedemontana provocherà per le casse pubbliche». Poi arriva la doccia fredda dei numeri: «Se il futuro fosse roseo, come il governatore leghista veneto Luca Zaia e la pasionaria collega leghista nonché senatrice Mara Bizzotto vogliono far credere, non si capisce una cosa. Lorsignori ci debbono spiegare perché con l'ultimo bilancio regionale che hanno approvato si prevede una perdita di sessanta milioni per i prossimi tre anni. Tutto questo a discapito della sanità, della sicurezza stradale e di molte altre voci, sacrificate per ripianare il buco di bilancio causato dall'accordo sciagurato con la Sis».

Zanoni infatti si riferisce al contratto in essere tra concessionario privato, la Sis-Spv appunto e il concedente Regione Veneto. Un accordo definito a più riprese «capestro» dai detrattori della Spv perché il lucro mancato imputabile agli scarsi pedaggi (ad oggi la superstrada è di fatto semideserta come documentato in una inchiesta di Today.it del 26 febbraio) ricade sul budget regionale.

SBERLE A NON FINIRE
Tant'è che la chiusa è al curaro: «Va inoltre ricordato che il Consorzio Sis ha ricevuto anche 614 milioni di euro dallo Stato per realizzare l'opera e 300 milioni dalla Regione, al di là del canone, per velocizzare la conclusione dei lavori. Ci sono davvero dubbi sul fatto che l'affarone è tutto di Sis».

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