Giornate FAI di Primavera: visita a Villa Sesso Schiavo
Quali sono le curiosità di Villa Sesso Schiavo che si andranno a scoprire durante le Giornate FAI di Primavera?
La Famiglia Sesso fu una delle famiglie aristocratiche più influenti della zona di Sandrigo nel XVII secolo. Tuttavia, la loro storia è segnata da episodi cruenti e impetuosi.
I Narratori FAI e agli Apprendisti Ciceroni racconteranno la vita dei protagonisti che hanno segnato le vicende di Villa Sesso Schiavo e della città di Sandrigo.
QUANDO: Sabato 25 Marzo dalle 10.00 alle 18.00. Ultima visita ore 17.30.
Domenica 26 Marzo dalle 10.00 alle 18.00. Ultima visita ore 17.30.
Turni di visita ogni 15 minuti. Durata della visita: 45 minuti circa.
INFO
•Non è prevista la prenotazione. Vi aspettiamo in loco!
•Contributo minimo di 3€ a persona. Il contributo sarà devoluto interamente al FAI.
•Fila saltacoda per tutti gli iscritti al FAI!
•Tessera FAI: possibilità di iscrizione/rinnovo in loco, al termine della visita.
•Non sono ammessi animali.
•In caso di maltempo, l'evento si terrà ugualmente.
Alle porte del centro di Sandrigo e aperta alla campagna segnata dalle rogge di risorgiva, sorge la villa più conosciuta del territorio comunale: Villa Sesso Schiavo. Il complesso comprende il portico cinquecentesco, al quale si annette la residenza settecentesca, il rustico antistante un tempo usato come filanda, l'antico Oratorio di San Lorenzo e il grande parco e brolo con alberi secolari.
L'edificio, eretto nel 1570 per volere di Silvio Sesso, è stato attribuito sia allo stesso Andrea Palladio, che al suo collaboratore e seguace Francesco Zamberlan, ma allo stato attuale degli studi il suo autore rimane ancora ignoto. La Villa si inserisce in un complesso di più antica data, identificabile con quello che rimane della torre colombaia. Anche il corpo settecentesco sembra essere il risultato della ristrutturazione di una fabbrica preesistente. La villa vede il succedersi della famiglia Schiavo, la Famiglia Nardone, sino agli attuali proprietari la Famiglia De Toni.
Il nucleo porticato più antico, cinquecentesco, conserva un pregevole ciclo di affreschi, opera di diversi artisti la cui identità rimane ancora controversa. Busti monocromi entro conchiglie, ridipinti nel Seicento, sormontano le porte incorniciate da finte bugne, mentre le "nicchie" a lato della finestra della parete est ospitano le raffigurazioni, anch'esse monocrome, di Ercole e Caco da un lato, e di Perseo con la testa di Medusa dall'altro. Dalle "Virtù", attribuite alla mano del pittore Antonio Fasolo, vi è l'ipotesi del contributo del giovane Alessandro Maganza.