“Eichmann. Dove inizia la notte” con Ottavia Piccolo
Dopo il glamour e l’ironia sagace della commedia brillante “Manola” di Margaret Mazzantini, la stagione di prosa del Teatro Comunale di Vicenza propone un nuovo, intenso, lavoro teatrale, tratto da un testo del 2020 di Stefano Massini: è “Eichmann. Dove inizia la notte”, interpreti Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon, regia di Mauro Avogadro, in programma martedì 15 marzo alle 20.45 (data unica). Il dramma - scene di Marco Rossi, costumi di Giovanna Buzzi, musiche di Gioacchino Balistreri, luci di Michelangelo Vitullo, una co-produzione Teatro Stabile di Bolzano e Teatro Stabile del Veneto - dopo il debutto al Piccolo Teatro di Milano a fine febbraio, è alle primissime date della sua tournée.
“Eichmann. Dove inizia la notte” è un atto unico che porta in scena il dialogo serrato tra la giornalista e scrittrice Hanna Arendt e il gerarca nazista Adolf Eichmann in cui viene ripercorsa la tragedia dell’Olocausto, raccontando l’assoluta e tetra “normalità” dell’uomo organizzò lo sterminio degli ebrei e che ideò la “soluzione finale”; è un lavoro teatrale di grande impegno e potenza emotiva che esprime attraverso la drammaturgia, la volontà, strenua, di ricordare e non dimenticare l’orrore e la facilità ad incontrare il male nella banalità quotidiana.
L’intervista della filosofa, scrittrice e politologa Hannah Arendt ad Adolf Eichmann, il gerarca nazista responsabile di aver pianificato, strutturato e reso possibile lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, è realizzata da Massini a partire dai verbali degli interrogatori a Gerusalemme - dove Eichmann fu processato dopo l’arresto, avvenuto nel 1960 in Argentina -, dagli atti del processo, dalla storiografia tedesca ed ebraica, oltre che dai saggi della stessa Arendt. “Non c’è il bene e non c’è il male. C’è solo quello che va fatto” , la frase che Eichmann pronuncia per giustificare la sua condotta, rappresenta solo uno dei tanti momenti di grande potenza di questa messa in scena di squassante semplicità. Sul palco un paio di sedie e un tavolo. A sinistra un attaccapanni con un cappotto da ufficiale nazista con la svastica d’ordinanza sul braccio. A destra una divisa a strisce con la stella di David sul petto. In sottofondo, una ridda di rumori di treni e di ferraglia, grida, pianti, scoppi di fucile, mitragliatori e poi, all’improvviso, uno spaventoso silenzio. Una scenografia essenziale, cruda e molto efficace, perché sono soprattutto le parole spaventose, feroci, indelebili, ad abitare la scena. E bastano le prime battute pronunciate da Eichmann, per comprendere quanto sia sconvolgente questa rappresentazione della straordinaria banalità e al tempo stesso disarmante normalità del male.
Diretti da Mauro Avogadro, Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon, alla loro prima collaborazione, si affrontano in un dialogo teatrale feroce, in cui, incalzato dalla dialettica della Arendt, Eichmann ripercorre i passaggi della propria carriera accanto a Hitler e Himmler, mentre a poco a poco si compone il mosaico della soluzione finale, la creazione della micidiale macchina di sterminio che condannò a morte sei milioni di ebrei, oltre ai rom, agli omosessuali, agli oppositori politici. Come si sperimentò il gas? Quando fu deciso l’inizio dello sterminio? Come si gestiva in concreto l’orrore di Auschwitz? Passo dopo passo, prende forma una verità spiazzante: non esiste alcuna “grandezza” nell’uomo che ha architettato tutto questo, il personaggio si rivela per una disperante commistione di meschinità, arrivismo, opportunismo, capace di stupire più per la bassezza che per il genio. Ma è proprio qui, in fondo, che prende forma il male: nella più comune e insospettabile grettezza umana. Lo spartiacque tra bene e male, tra normalità e anormalità è spesso sottile, molto sottile, così come il confine tra la notte e il giorno, domanda che riecheggia nella mente della protagonista bambina e che dà il sottotitolo all’intenso lavoro.
“Dove comincia e perché comincia” si chiede “il male. Ci sarà un momento, preciso, in cui prende forma, o no? Deve esserci. Tutto ha un inizio. Quell’attimo - impercettibile - in cui si passa dal nulla al qualcosa”. Questo vuole capire Hannah, che da bambina, ci racconta, dava le spalle al tramonto, osservando il buio che avanzava, odiandolo e chiedendosi, per combattere la paura dell’oscurità: dove inizia la notte?
Per “Eichmann. Dove inizia la notte” con Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon, in programma martedì 15 marzo al Teatro Comunale di Vicenza, restano pochi biglietti.
I biglietti per “Eichmann. Dove inizia la notte” costano 29,50 euro l’intero, 23,50 euro il ridotto over 65 e 14,50 euro il ridotto under 30; sono in vendita alla biglietteria del Teatro Comunale, appuntamento obbligatorio, dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 18.15; al telefono chiamando lo 0444 324442 nei giorni di apertura dalle 16.00 alle 18.00 e online sul sito www.tcvi.it. È attiva la promozione Ultime File Prosa che permette di acquistare ad un prezzo ridotto (a 12 euro il biglietto singolo) gli spettacoli in doppia data della stagione di prosa, con posti nelle file dalla T alla Y. È possibile comprare i biglietti anche tramite 18App, C Dal 10 marzo è aperto, un’ora prima dell’inizio degli spettacoli, il bar all’interno del Teatro.
Relativamente alle misure di contenimento della pandemia, i biglietti per gli spettacoli sono nominali. In caso di acquisto per più spettatori, sarà necessario fornire i dati anagrafici e l'indirizzo mail di ognuno. In base alle normative vigenti, l’accesso alle sale teatrali è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di “Green Pass rafforzato”, ovvero a chi è vaccinato o guarito dal Covid-19, salvo i casi di esenzione previsti dalla legge. All'interno del Teatro è obbligatorio l'uso della mascherina di protezione superiore FFP2.