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Autostrade, la rivolta dei comitati: "Basta asfalto, basta mafie, basta smog"

Riceviamo dal Comitato Difesa Salute Territorio Alto Vicentino e Malo, No Pedemontana un appello per mobilitarsi contro i numerosi cantieri per le infrastrutture in programma nel vicentino

Lo avevamo anticipato, il vento No Tav ha ridato forza ai comitati locali che da anni si stanno mobilitando contro le grandi infrastrutture viarie progettate, immaginate e proposte dalla Regione e dalla Provincia. Pubblichiamo qui l'appello che ci ha inviato il Comitato Difesa Salute e Territorio Altovicentino-Malo No Pedemontana. Secondo quanto dichiarato dall'assessore regionale Renato Chisso, il cantiere partirà a fine agosto.

In questi giorni l'amministrazione provinciale e quella regionale, spalleggiati dalle associazioni imprenditoriali, si stanno sbracciando e agitando con proposte, anzi pretese, sempre più mirabolanti sulle autostrade che dovrebbero passare per il territorio vicentino. Non contenti delle autostrade già esistenti ( A4 e A31) che già subiscono una diminuzione del traffico dovuta alla crisi, propongono l'autostrada Valdastico Nord oltre alla Valdastico Sud già iniziata, con grande scempio di territorio, e all'autostrada Pedemontana. E' previsto anche il raddoppio dell'A4. Inoltre addirittura vorrebbero un'autostrada in Valsugana.

Ma quante ne vogliono? Quello che stanno facendo è deturpare e consumare ulteriormente territorio vicentino, senza lacuna garanzia che questo serva all'economia del territorio e ai cittadini. Mentre il decantato modello del Nord Est raschia il fondo del barile (vedi recenti fallimenti a catena di aziende), pretendono di far diventare la provincia un'unica pista di asfalto per continuare un modello di sviluppo fallimentare e sorpassato, basato ancora sul trasporto su gomma (auto+camion+asfalto+idrocarburi) che tutti i paesi moderni respingono (siamo gli unici in Europa ad avere l'85% di trasporto su gomma). Mentre il Nord Europa, l'unico che riesce ad affrontare la crisi, si getta sulla green economy, noi ci gettiamo sul cemento e sull'asfalto, nell'interesse esclusivo delle lobby dei grandi costruttori ammanicati col governo e i partiti.

Più cemento e asfalto significa più corruzione, inquinamento, affari mafiosi. Basta, fermiamo questa follia che si aggiunge alla follia dei governanti dell'economia mondiale che già mostra la corda col sempre più evidente crollo del bluff del liberismo, delle privatizzazioni e della economia finanziarizzata. La ricetta 'ancora di più dello stesso' è l'unica cosa che sanno proporre nonostante i fallimenti che stiamo pagando e pagheremo nel prossimo futuro. Vogliamo infrastrutture al servizio delle persone, un'economia al servizio della comunità, energie alternative, produzioni industriali sicure e salubri, recupero dell'agricoltura e del turismo, autostrade informatiche, ricerca, stile di vita sobrio, difesa dei beni comuni, trasporti sociali (metropolitana, trasporti pubblici).

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