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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

«Un imbroglio per ridurre il premio di produzione»: è sciopero alla Valbruna

Gli operai, affiancati dalla triplice e dalla Uglm, scendono in strada, bloccano il traffico alle porte del capoluogo berico, mentre Rc rincara la dose contro l'acciaieria

«Finalmente si rivede la lotta di classe anche a Vicenza. Ieri 27 giugno la viabilità della zona industriale verso la città e verso il casello autostradale è stata interrotta da un blocco stradale effettuato dagli operai delle Acciaierie Valbruna» durante una protesta organizzata dai metalmeccanici di Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil e Uglm-Ugl nell'ambito del rinnovo del contratto integrativo aziendale. «Noi salutiamo con soddisfazione la lotta alla Valbruna ed ancora di più lo strumento messo in atto dalle maestranze: il blocco stradale. Solo agendo in maniera forte si riesce ormai ad attirare l'attenzione della gente e degli altri lavoratori». È questo l'incipit di una nota inviata oggi 28 giugno da Roberto Fogagnoli nella sua veste di segretario provinciale di Rifondazione comunista. «Se gli operai della Valbruna - si legge - avessero semplicemente fatto astensione dal lavoro, giusto solo perdendo quattrini, nulla e nessuno avrebbe parlato di loro e tutto si sarebbe spento nel silenzio, come al solito da anni a questa parte».

ECHI BOLZANINI
Poi la nota, che è stata supportata anche Unione popolare e dalla lista civica La comune, entra più nello specifico. Per quale motivo si sciopera alle Acciaierie Valbruna rispetto ad una protesta che ha investito nei giorni scorsi anche la filiale bolzanina del gruppo? Il vertice aziendale, rimarca ancora Fogagnoli «vuole mantenere o accrescere il tasso di profitto, sottraendo un pezzo di salario agli operai». Nella fattispecie «modificando quella parte della paga riferibile al premio annuale di rendimento». Detto in altri termini se oggi la società può decurtare il premio di produttività sulla base del numero dei certificati medici presentati annualmente dal lavoratore il nuovo calcolo si baserebbe, sempre su base annua, sulle ore non lavorate.

IL J'ACCUSE
Questa proposta di modificare il contratto viene definita da Fogagnoli come «un imbroglio». Perché se per esempio «un lavoratore è costretto, per malattia professionale, che in una acciaieria è all'ordine del giorno, ad assentarsi per sette giorni» pure con tanto di certificato medico, quell'assenza col vecchio e più equo sistema vale come una assenza singola. Mentre con la nuova modalità che l'azienda vuole introdurre la mancata presenza sul luogo di lavoro varrebbe per tutte le ore non lavorate, col rischio che il dipendente in brevissimo tempo perda il diritto al premio di rendimento. Semplificando ulteriormente secondo Rc la Valbruna vorrebbe eliminare o quantomeno comprimere oltremodo il premio di produzione pur dando ad intendere di volerlo mantenere. «Bastano sessantaquattro ore di mancanza dal lavoro seppur giustificata, ovvero il tempo di una laringite rimediata in ditta, per fumarsi il diritto al premio: il tutto - racconta Fogagnoli ai taccuini di Vicenzatoday.it - condito con lo smacco di poter bollare il lavoratore come assenteista. Per questo rinadisco ancora una volta che siamo di fronte ad un imbroglio per ridurre il premio di produzione».

L'AFFONDO
Ma che cosa bolle in pentola sul fronte sindacale? Morgan Prebianca, che è il segretario della Fiom per il Vicentino, spiega che «quello di ieri» non è il primo episodio del genere. In passato «le tre sigle confederali e la Uglm» avevano già dato vita ad una serie di proteste interne agli stabilimenti. Poi la tensione era salita ulteriormente quando gli operai si erano posti davanti ai cancelli per dare un segno visibile del loro dissenso rispetto alla politica aziendale. Tuttavia in assenza di una interlocuzione «di un certo tipo» le doglianze sono uscite dalla fabbrica rendendo plastica la situazione agli automobilisti in transito in zona fiera o in transito verso il casello di Vicnza ovest.

LA PROPOSTA
«È necessario che tutti abbiano chiaro - spiega Prebianca - che il lavoro in acciaieria è duro non siamo in una profumeria. Tra sbalzi di temperatura, carichi pressanti, mansioni faticose che richiedono altresì una altissima professionalità, una contrattura o un'influenza che provochino una minima convalescenza possono essere all'ordine del giorno. Per questo motivo raggiungere la soglia ghigliottina di sessantaquattro ore per non vedersi riconosciuto il premio è un attimo». Peraltro, attacca il segretario, «è lo stesso vertice aziendale a riconoscere che l'assenteismo in ditta è assai basso. Per questo la protesta, che ieri è stata riuscitissima, non rientra fino a quando l'ipotesi di nuovo contratto non ricomprenderà un calcolo sul premio da effettuarsi con i precedenti parametri ovvero quelli per cui conta il numero di certificati e non contano le ore di assenza. Da Vicenza a Bolzano saremo irremovibili».

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