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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Montebello Vicentino

Pestaggio nel cantiere dell’Alta Velocità, in manette il mandante

Arrestato anche l'uomo che ha fatto da tramite tra chi ha dato l'ordine e gli esecutori materiali del mandato. Il modus operanti pronto per essere messo in atto nei confronti di un'altra vittima

Lo scorso 20 settembre i tre cittadini italiani, pluripregiudicati per reati contro il patrimonio e la persona, erano stati arrestati in quanto autori di una brutale aggressione avvenuta nella serata del 2 maggio nel cantiere TAV di Montebello Vicentino, ai danni del direttore tecnico della ditta Salcef SpA di Roma, leader italiana per la progettazione e messa in opera di rete ferroviaria Alta Velocità. Lo avevano colpito violentemente, per almeno undici volte, con una mazza da baseball procurandogli lesioni gravissime.

Ieri, 6 febbraio, alle prime luci dell’alba, a Milano e Paderno Dugnano (MI) i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Vicenza, al termine di una lunga e articolata attività di indagine, hanno invece eseguito ulteriori 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip nei confronti del reale ideatore e mandante della spedizione punitiva nonché colui che ha fatto da tramite fra questi e gli esecutori materiali del pestaggio. Si tratta di due cittadini italiani rispettivamente di 64 e 48 anni. Queste ultime due misure cautelari nascono dalla volontà degli investigatori di fare definitiva luce sull’intera vicenda.  Le cause del gesto sarebbero da ricondurre a interessi finanziari e al potere di condurre appalti nel mondo imprenditoriale. In sostanza il mandante - già gravato da precedenti penali, quale amministratore di fatto di una società sub-appaltante operante nel cantiere del TAV - avrebbe organizzato l'agguato come spedizione punitiva nei confronti del direttore tecnico in quanto la Salcef si era rifiutata di dare il consenso a delle variazioni contrattuali per consentire un pagamento maggiore, circa 350.000 euro all'azienda di sub appalto. La ditta appaltante, infatti, aveva rilevato delle difformità sulla base delle indicazioni progettuali dopo il rifacimento di lavori relativi alla posa in opera del ferro di un'armatura. Dalle indagini dei carabinieri, è risultato che non c'erano pregresse conoscenze o frequentazioni di qualsiasi natura tra gli aggressori e la vittima. 

Le indagini condotte dai carabinieri hanno inoltre fatto emergere inoltre che il modus operandi, già collaudato nei pressi del cantiere dell’Alta Velocità di Montebello Vicentino, era pronto per essere messo in atto un’altra volta. Infatti, oltre al violento pestaggio del 2 maggio, gli stessi indagati avevano già pianificato un’altra spedizione punitiva questa volta ai danni di un imprenditore edile lombardo, proprio con lo stesso movente. Solo gli arresti avvenuti il 20 settembre scorso ne hanno evitato la commissione che era stata pianificata esattamente 5 giorni dopo l’esecuzione delle ordinanze. “L’attività investigativa condotta dai Carabinieri di Vicenza, guidati dalla locale Procura, ha fatto luce sul violento episodio avvenuto all’interno di uno dei cantieri della linea dell’Alta Velocità presenti nel nostro territorio - ha sottolineato il comandante provinciale dei carabinieri di Vicenza - Aver individuato il movente dell’agguato ci consente di inquadrare la vicenda in un contesto maggiormente preciso. La guardia rimane in ogni caso alta per vegliare attentamente su ciò che avviene in provincia. Ogni segnale è raccolto e analizzato grazie alla presenza capillare dell’Arma nel territorio”

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