Andare in bicicletta fa bene, ma non a tutti
Pro e contro di una delle attività più belle all'aria aperta
L'aria nei capelli, il sole sul viso, il paesaggio fiorito, è esplosa la bella stagione ed è il momento di approfittarne per una bella scampagnata. Le giornate più lunghe e le temperature miti invogliano, è il momento perfetto per una uscita in bicicletta. Una pedalata serve a farci divertire e a ritrovare la forma fisica.
Lo sport fa bene al corpo ma sopratutto, se si praticato all’aperto, alla mente, si diventa più sereni.
La bici è versatile perché oltre ad essere un mezzo di trasporto, è uno sport che si può praticare per allenare più gruppi muscolari contemporaneamente, ma preservando le articolazioni. Per diventare ciclisti provetti, oltre alla bicicletta è importante munirsi di casco e scarpe adatte ai pedali.
Con gli amici o da soli, la bicicletta è adatta tutti, si può vivere un'esperienza coinvolgente, pedalando si scoprono nuovi posti, strade, paesaggi, e punti di ristoro.
I benefici
- Migliora le funzioni cardiovascolari, pedalando, cuore, polmoni e vasi sanguigni lavorano a pieno ritmo.
- Riduce la pressione sanguigna e il battico cardiaco a riposo.
- Aumenta il tono muscolare si rafforza la resistenza fisica e si percepisce un'energia fisica maggiore.
- Fa dimagrire, in un'ora di attività in bici si arrivano a bruciare fino a 1.000 kcal.
- Pedalare produce endorfina, la sostanza chimica che, rilasciata dal cervello, induce una sensazione di benessere.
- Riduce sensibilmente lo stress.
- Aiuta a combattere l'insonnia, allontanando la mente dai problemi e agendo come un calmante.
Secondo uno studio è questa l’incidenza sulla salute di una pedalata quotidiana di mezz’ora:
- 23% di rischio di malattie cardiache
- 23% di rischio di ictus
- 15% di rischio di diabete di tipo 2
- 14% di rischio di depressione
- 12% di rischio di cancro al seno
- 11% di rischio di demenza
- 8% di rischio di cancro al colon
Pedalare vuol dire mantenersi sani, risparmiare, ridurre l'inquinamento.
Pro e contro
Lo spiega il Dottore in Chiropratica Wayne Steiner, Vice Presidente dell’Associazione Italiana Chiropratici (AIC) e Presidente Comitato di Etica.
«La bicicletta non fa bene alla colonna vertebrale. Fa molto bene ad altre cose, tra le quali il sistema cardio-vascolare, gli arti inferiori, compresa la muscolatura, le anche e le ginocchia. Permette di bruciare calorie senza stressare le articolazioni come farebbe la corsa.
La postura corretta - "Per non arrecare danni durante la pedalata, la postura gioca un ruolo fondamentale. Troppo carico in avanti sul manubrio può provocare danni alla schiena, collo, e spalle. La posizione delle bici da corsa fa bene solo se corri. L’aerodinamicità richiede certe compromesse non compatibili con la colonna vertebrale: ipolordosi lombare e iperlordosi cervicale. Entrambe deleterie a lungo andare".
"Assumere una postura scorretta sulla bici può nuocere ai dischi intervertebrale, causando o peggiorando eventuali protrusioni, ernie, o provocarne la degenerazione degli stessi. Tempi prolungati con il collo in tensione potrebbero invece provocare emicrania, cefalea o peggio ancora, cervico-brachialgia (dolore, formicolio e insensibilità alle braccia)".
Tipo di bicicletta - "Bisognerebbe prima scegliere la bici in base all’utilizzo che se ne vuole fare. Per chi non è proprio allenato, la bici da corsa è da considerare off-limits. Meglio preferire una city bike oppure una mountain bike. Entrambe possono essere utilizzate da chiunque senza particolare preparazione atletica".
Lo stretching - "Per chi ha tempi limitati, è consigliabile, magari dopo una fase iniziale di 5-10 minuti di pedalata per riscaldare i muscoli, fare una breve routine di stretching per le gambe, schiena e collo. Lo stretching andrebbe fatto anche alle fine della pedalata per aiutare a smaltire l’acido lattico accumulato nei muscoli durante l’allenamento in bici".
Poche controindicazioni - Per non incorrere in sforzi eccessivi è consigliabile munirsi di un cardiofrequenzimetro, uno strumento attraverso il quale è possibile monitorare e calcolare la frequenza cardiaca in relazione all' intensità dello sforzo.