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Guerra, «la crisi che ne deriva colpisce anche il ceto medio»

Durante un sit-in davanti alla Ederle di Vicenza il sindacato Cub bastona il governo in predicato di aumentare le spese militari definendolo succube di «Nato e Usa». Sullo sfondo rimane non solo l'invasione russa nei confronti dell'Ucraina ma anche le misure messe in campo per arrivare ad un cessate il fuoco

«Con l'emergenza Covid, il governo ha emesso provvedimenti anticostituzionali e discriminatori anziché potenziare la sanità pubblica. Oggi parla di emergenza ed economia di guerra inviando armi in Ucraina e aumentando le spese militari invece di investire in scuola, sanità e servizi pubblici. Aumentano i costi dei generi di prima necessità; il pane, in alcune regioni, è arrivato a costare quasi dieci euro al kilo). Ed aumentano benzina, gas, elettricità mentre gli stipendi di contro rimangono i più bassi d'Europa». È questo il grido d'allarme contenuto in volantino distribuito durante un sit-in organizzato  ieri 22 aprile davanti alla caserma Ederle di Vicenza, caserma che ospita forze militari statunitensi. Il presidio, cui hanno aderito diverse tra sigle, reti e comitati, è stato promosso dal sindacato di base Cub. «Questa crisi sta colpendo anche il ceto medio» ha spiegato alle telecamere di Vicenzatoday.it Maria Teresa Turetta ovvero la segretaria regionale di Cub. La quale a margine della manifestazione, cui ha partecipato una quarantina di persone guardate a vista da una ventina di agenti della Polizia di Stato, ha criticato la posizione «di sudditanza dell'Italia nei confronti di Nato e Usa».

ASCOLTA L'INTERVISTA A TURETTA

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