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Martedì, 30 Aprile 2024
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La disputa sulla linea Tav infiamma il voto

La rete ambientalista che contesta l'opera incalza i candidati del centrosinistra e del centrodestra addebitando loro «una acritica infatuazione» nei confronti di un progetto considerato «devastante per la città»

In vista delle elezioni municipali vicentine del 14 e 15 maggio il candidato sindaco di centrodestra Francesco Rucco e il suo omologo di centrosinistra Giacomo Possamai, pur su schieramenti diversi, «sono entrambi innamorati del progetto per la linea Tav, progetto dell'alta capacità ferroviaria che contestiamo in radice e che sarà foriero di inenarrabili sperperi,  di disagi ambientali infiniti, di inauditi sconquassi sociali nonché di ripercussioni incalcolabili sulla salute dei vicentini». È questa la sintesi di due distinti interventi che gli esponenti della «Rete No Tav» di Vicenza hanno organizzato ieri 6 maggio davanti alla sede del comitato elettorale di Rucco in contrà Muscheria e davanti a quella di Possamai in corso San Felice.

VISITA ALLE DUE PIAZZEFORTI
E se il quartier generale del candidato di centrodestra era chiuso e vuoto in quello di Possamai erano in corso una serie di tavoli di approfondimento durante il quali si è parlato anche di infrastrutture. Possamai ha infatti interrotto la sua attività all'interno della sede uscendo in strada per parlare con gli attivisti tra i quali tantissimi attivisti del centro sociale Bocciodromo. «Vi ho ascoltato in passato e continuerò ad ascoltarvi in futuro anche se sul Tav abbiamo punti di vista decisamente divergenti perché noi riteniamo l'opera strategica per lo sviluppo dei territori e strategica per un miglioramento ambientale complessivo perché una volta a regime la nuova linea Tav permetterà di spostare parecchio traffico e parecchie merci dalla strada alla ferrovia con tutto ciò che ne consegue in termini di benefici sociali ed ambientali».

PARLA POSSAMAI
Pur forte di questo convincimento Possamai non ha nascosto però che l'opera sarà impattante e che i disagi saranno parecchi. Di più i cantieri dovranno essere monitorati e al contempo dovranno e potranno essere messe in campo tutta una serie di mitigazioni e migliorie in modo da rendere ancor meno gravoso l'impatto dei cantieri. Ancora, Possamai nel rivendicare la scelta a favore della realizzazione del Tav ha ribadito ancora una volta, lo aveva fatto anche durante la presentazione della sua campagna elettorale al teatro civico di Vicenza, che la coalizione che tra vari distinguo lo appoggia non è succube di alcun interesse particolare. Parole precise con le quali il candidato respinge al mittente le accuse dei comitati. I quali addebitano a lui e a Rucco di essere «acriticamente sdraiati» sulle posizioni dei vertici della Confindustria vicentina. Che poi è considerata il motore primo del fronte pro Tav.

I COMITATI
Ad ogni modo la replica del democratico Possamai non convince affatto i comitati. Che sono preoccupati anzitutto dal consumo di suolo, dal consumo di acqua e dagli effetti negativi degli scavi. Lo smarino infatti, la polvere di scavo che viene estratta dai cantieri (che sono sotto la supervisione di Rfi-Ferrovie dello Stato che ha affidato l'opera al consorzio Iricav due) di tutte le grandi opere, spesso causa patologie di non poco conto a chi risiede nella zona. E le ditte appaltatrici quasi sempre non abbattono le polveri in modo consono, anche perché di frequente i soggetti deputati al controllo (agenzie ambientali, polizia municipale e magistratura per la parte penale) adottano una politica molto soft nei confronti delle maxi commesse. Allo stesso modo i comitati ritengono che le ragioni profonde del progetto poco abbiano a che fare con l'infrastruttura ferroviaria e molto con gli appetiti legati ai lavori e alla partita urbanistica annessa al passaggio della linea Tav dell'Alta capacità ferroviaria.

LA SINTESI VIDEO
«Possamai ha tentato di mostrarsi sereno nel confronto, rivelandosi però retorico di fronte all'evidenza di una sua posizione che lo dichiara già fallito nei confronti di uno degli impegni principali di un primo cittadino: la tutela della salute pubblica» ha spiegato lì per lì Angela Rotella, referente per la zona di Vicenza Est della rete dei comitati No Tav». Non molto dissimile l'analisi di Angelo Pilan, volto di spicco del Bocciodromo il quale fa sapere che oggi come oggi l'unica posizione possibile è quella di «azzerare i cantieri». Rotella e Pilan hanno ribadito il loro punto di vista anche davanti alle telecamere di Vicenzatoday.it che sul tema ha pubblicato una video-sintesi. Gli attivisti, una ventina poco più, che ieri hanno fatto la spola tra le sedi dei due comitati (sotto l'occhio discreto della Polizia di Stato e dei Carabinieri) hanno a più riprese parlato dei due candidati addebitando loro «una acritica infatuazione nei confronti di un progetto» considerato «devastante per la città».

IL SINDACO E L'AGCOM
Dal sindaco Rucco, che nel voto del 14 e 15 maggio punta al bis e nei confronti del quale sono state mosse le stesse critiche mosse a Possamai, almeno al brucio, non è giunta alcuna replica: poiché per l'appunto la sua sede era chiusa. A palazzo Trissino peraltro la sua amministrazione si trova a dover fronteggiare anche la grana della censura della autorità nazionale di garanzia per le comunicazioni (meglio nota come Agcom). Che come ricorda il quotidiano Vipiu.it, che sulla vicenda ha condotto una sua battaglia, ha censurato il comune di Vicenza per avere violato la par condicio in campagna elettorale.    

SCENARI IN PENOMBRA
Sullo sfondo poi rimane, anche se in campagna elettorale nessuno ne parla, il tema della legalità. «La 'ndrangheta nei cantieri ferroviari Rfi di mezza Italia»: 15 arresti. Faro sui principali appaltatori: «C'era piano per spartirsi commesse». Questo è il titolo scelto da Il Fatto quotidiano per un servizio del giorno 11 febbraio 2022. Vicenzatoday.it in una inchiesta del 4 marzo 2022 aveva scovato tra i faldoni della magistratura le carte che in quel contesto evidenziavano «una precisa liaison dangereuse» in terra berica rispetto ad una operazione coordinata dall'antimafia milanese. Operazione che in quei giorni agitò il panorama nazionale, senza riflessi evidenti in terra veneta peraltro.

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