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«Aperti comunque» pur a fronte delle proibizioni del governo di centrosinistra

Anche nella provincia berica prende piede la protesta di baristi e ristoratori contro i decreti anti Covid nata «in Abruzzo» alcuni giorni fa: ma rimane l'incognita delle adesioni. E non mancano le stilettate pure verso Lega e Fdi

Si chiama «#ioAPRO» ed è l'iniziativa cui daranno vita domani un gruppo di commercianti del Vicentino (ma la cosa verrà replicata anche in altre parti del Paese) per cui baristi e «ristoratori di tutta Italia apriranno a pranzo e a cena indipendentemente dalle decisioni del governo Conte» in materia di contenimento alla diffusione del coronavirus. Le chat di Whatsapp e di Telegram da alcuni giorni brulicano di esercenti di tutto il Vicentino che si dicono pronti ad aderire, non mancano poi i clienti che si dicono invece pronti a consumare «nonostante eventuali divieti frutto dell'iniziativa del governo di centrosinistra» capitanato dal premier Giuseppe Conte. Tra i sostenitori della prima ora c'è l'imprenditore e consigliere comunale arzignanese Daniele Beschin (che tra l'altro è il coordinatore veneto di «Movimento nazionale - rete dei patrioti») che in un videomessaggio registrato oggi nel primo pomeriggio nel parla di provvedimenti governativi «insensati, inadeguati e profondamente inutili».

Mentre non è ancora ben chiaro quanti saranno coloro che aderiranno quello che è chiaro è che l'iniziativa, almeno sino ad oggi, non ha avuto il placet delle più grandi organizzazioni di categoria. Sul piano organizzativo comunque la protesta non seguirà una singola modalità: alcuni commercianti stanno infatti pensando ad illuminare le vetrine in segno di dissenso rispetto all'esecutivo, altri invece opteranno per brevi flash mob lungo la strada. Per gli organizzatori infatti la cosa più importante è che a Roma arrivi un messaggio forte e chiaro.

Beschin che cosa l'ha spinta a sostenere l'iniziativa di domani?
«Personalmente non ci ho pensato due volte a schierarmi a favore di questa protesta spontanea, composta e civile, organizzata dal alcuni ristoratori abruzzesi esasperati. In loro non ho trovato alcun negazionista del Covid-19, ma persone esasperate che si vogliono solo lavorare in sicurezza».

Quali sono le principali ragioni della vostra preoccupazione?
«Le ragioni fondamentali alla base dell'iniziativa sono senza dubbio quelle legate alla perenne incertezza in cui gli operatori del settore si trovano a lavorare o meglio a non lavorare. I dati dimostrano chiaramente che, a fronte di bar e ristoranti chiusi, i contagi aumentano. Non sono i bar il problema».

E quindi?
«Mi son sentito in dovere di dare il mio supporto, indipendentemente che ad aderire saranno tre, cento o mille attività. Trovo triste che altri politici non abbiano avuto il coraggio di farlo dopo che i loro leader nazionali hanno di fatto appoggiato la protesta. 
In un tripudio di giornate a colori, dove l'umore e le situazioni predominanti sono offuscate di grigio, credo che questa iniziativa sia il modo più semplice dei commercianti di dimostrare che è possibile esercitare in modo consueto le proprie attività al pubblico nel rispetto di tutte le necessarie misure di cautela (mascherina, igiene delle mani e distanziamento)senza trasmissione di contagio».

Non mancano i detrattori, ossia coloro i quali sostengono che iniziative del genere abbiano una finalità politica ultima, quella di mettere in difficoltà il governo per agevolarne la caduta. È una lettura corretta, parziale o errata?
«Risulta facile a molti politici di opposizione, mi riferisco a Lega nord e Fratelli d'Italia, continuare a lamentarsi pubblicamente nei confronti dei Dpcm e altri provvedimenti insensati. Ma oggi giorno va detta una cosa».

Quale?
«Ora che avevano l'occasione di schierarsi Lega e Fdi non l'hanno fatto di fronte a una protesta estremamente civile e composta. Di ciò dovranno rispondere al proprio elettorato. Abbiamo il dovere come amministratori di dimostrare che la politica deve mirare alla costruzione di una coscienza condivisa verso il bene e non a dispensare confusissimi bonus-contentini e proibizioni a profusione che cambiano continuamente ogni giorno».

Che numeri vi aspettate?
«Non so sinceramente in quanti aderiranno alla protesta, credo pochi. Molti ristoranti terranno chiuso, non tanto perché non condividono l'iniziativa, quanto per la paura di incorrere in multe e procedimenti penali. Del tutto comprensibile la loro posizione, coscienti di essere governati da una massa di incapaci. Anche a loro va la mia solidarietà. Ma bisogna rialzare la testa. L'iniziativa di domani è un segnale comunque importante».

ASCOLTA IL VIDEOMESSAGGIO DI DANIELE BESCHIN

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