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Il sottosegretario all'interno risponde a Zaia sulla richiesta di ripristino totale della mobilità pubblica: «Usi i privati»

«Sul trasporto pubblico considero molto pericolosa la richiesta del Veneto di tornare a riempire treni e bus, sacrificando le distanze di sicurezza che ci hanno permesso di ridurre la diffusione del virus. E credo che altre soluzioni siano possibili. Magari proprio ad opera della Regione. Zaia nei giorni scorsi ha sollevato il problema: ora che i divieti sono caduti e ci si può muovere liberamente su tutto il territorio nazionale, e che addirittura l’Italia apre i confini ai turisti, bus e treni non basteranno più a sostenere la domanda se devono rispettare distanze di sicurezza, riduzione del numero di posti a sedere e dei passeggeri ammessi in piedi. E così, il presidente veneto chiede al Governo di eliminare le distanze di sicurezza. Zaia ha ragione nell'identificare il problema. Ma sbaglia nel tratteggiare la risposta. E credo sia giusto chiedere di converso alla Regione di usare le proprie competenze per pensare prima a delle soluzioni alternative.

Il mantenimento delle distanze di sicurezza è l’elemento più importante della strategia di contenimento del virus, in Italia o ovunque. E il suo nemico è ogni forma di assembramento. Lo confermano gli studi pubblicati sulle riviste scientifiche ma anche su testate generaliste. Come il reportage pubblicato ieri dal New York Times: a causare la maggior parte dei contagi, spiegano gli esperti che hanno studiato la diffusione del virus a Hong Kong, sono i cosiddetti “superdiffusori”. Persone, ma ancora di più eventi sociali e situazioni di assembramento, che sono responsabili della gran parte delle diffusioni: l’80 per cento dei contagi si deve infatti al "20 per cento dei casi, tutti riguardanti incontri sociali". Dati molti simili sono emersi da studi fatti in Cina, in Israele e in Inghilterra. Cioè: le situazioni in cui troppe persone stanno troppo vicine per troppo tempo, e in particolare al chiuso, sono quelle che causano la gran parte dei contagi. Purtroppo, queste sono proprio le condizioni che si verificherebbero su un treno, o su un bus, se si eliminasse il distanziamento tra i passeggeri.

La Regione ha competenze sul trasporto pubblico di territorio. Altre competenze stanno in capo ai Comuni. Anche in vista della riapertura delle scuole, urge che un piano venga strutturato. Non possiamo certo trovarci, in autunno, con gli autobus strapieni di studenti. La soluzione secondo Zaia è togliere i divieti e le distanze. Io penso invece che si potrebbe ampliare l’offerta di mobilità, creando corse aggiuntive con il coinvolgimento per esempio delle molte aziende di trasporto sia pubbliche che private che in questo momento hanno i mezzi fermi o semivuoti. Anche per la mancanza pressoché totale di turisti. Quei mezzi - corriere, bus, minibus, van - potrebbero aumentare in modo forte la disponibilità di posti. Facendo lavorare imprese oggi fortemente penalizzate. Ma rispettando le fondamentali  prescrizioni di sicurezza».

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