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Mercoledì, 24 Aprile 2024

VIDEO | A Cornedo la Pedemontana «sprofonda»: j'accuse del Covepa

Il coordinamento ecologista punta l'indice su un cantiere dell'opera in valle dell'Agno e ne ipotizza il sequestro: «Sarà una nuova Vallugana»

Nel 2017 il cantiere della costruenda Superstrada pedemontana veneta, nota anche come Spv, aveva fatto parlare di sé quando una voragine si aprì su un'area di lavoro a Castelgomberto proprio all'inizio dell'imbocco del tunnel in via di scavo che dovrebbe connettere il comune castrobertense a Malo. Due anni dopo, ossia nel novembre del 2019, sempre nella zona attraversata dal torrente Poscola, ma nel comune di Cornedo, si era verificato un altro cedimento. Sulla cui entità però la Regione Veneto si era espressa in maniera rassicurante.

Di avviso diverso sono invece gli agricoltori della zona che nei 300-350 metri che di galleria interrata che portano dalla contrada Cracchi, in cui è avvenuto il cedimento, sino a Montepulgo, frazione di Cornedo dove la galleria lascerebbe il terreno molle del fondovalle per penetrare la roccia dura e stabile della collina, intravedono rischi per gli stessi contadini, per la fauna ma pure per le maestranze.

Ieri 22 dicembre l'architetto Massimo Follesa, portavoce del Covepa, una associazione che si batte contro la Spv, ha effettuato un breve sopralluogo proprio in zona Cracchi «constatando che il cedimento descritto dalla Regione Veneto come poco preoccupante nel frattempo sia diventato una vera e propria voragine». Follesa alle telecamere di Vicenzatoday.it si è detto preoccupato per la cosa auspicando in intervento della magistratura. Il cantiere infatti, non a Cornedo ma a Castelgomberto, quando si aprì il primo sprofondo nel 2017 fu sequestrato e poi dissequestrato dalla procura della repubblica di Vicenza. Per quanto accaduto a Cornedo Follesa si auspica che le toghe procedano ancora una volta con un sequestro per evitare di mettere in pericolo i residenti, le maestranze e l'ambiente». Ma c'è di più. Quando i lavori sotterranei raggiungeranno l'area in cui in superficie sono posizionate le case teme che si riproporranno i disagi che, in un turbinìo infinito di polemiche, dall'altra parte della vallata stanno interessando il territorio maladense. «Qui in contrada Cracchi sarà un'altro caso come in Vallugana a Malo. Ci sono tutti i presupposti - spiega l'attivista ai taccuini di Vicenzatoday.it – perché anche in questo lembo di terra le esplosioni rovinino la vita a chi abita in loco da tanti anni».

LEGGI L'APPROFONDIMENTO DI VICENZATODAY.IT

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