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VIDEO | Morte alla Fen impianti? Nuova istanza per riaprire il caso

Della novità nonché dell'imminente invio della richiesta alla procura della città del Palladio si è appreso durante un convegno organizzato nella sede vicentina del sindacato autonomo Cub: frattanto fioccano numerose le critiche dei legali nei confronti della magistratura berica

La morte del 25enne trevigiano Andrea Soligo alla Fen impianti di Tezze sul Brenta fu «una tragica fatalità» (espressione aborrita da chi si occupa del problema perché la vede come un escamotage per mascherare le responsabilità dei datori di lavoro) oppure fu il risultato del mancato rispetto da parte del vertice societario e del vertice societario della ditta appaltatrice per la quale il giovane lavorava? A dire che l'archiviazione sul caso proposta dalla procura berica e avallata dal giudice per le indagini preliminari non venga considerata positivamente, come non venga considerato positivamente il diniego della procura vicentina a riaprire una nuova inchiesta, ci hanno pensato i legali della famiglia Soligo. Che ieri 20 maggio durante un convegno organizzato dal sindacato autonomo Cub non hanno risparmiato critiche al vetriolo nei confronti degli inquirenti. Durante la serata i legali hanno precisato come sia già pronta una «nuova istanza per riaprire il caso»: istanza che alle brevi sarà inoltrata giustappunto alla procura di Vicenza. Ad ogni buon conto le stilettate dei legali della famiglia Soligo nei confronti della magistratura giungono in un momento cruciale. Visto che è di poche ore fa la notizia della imputazione per quattro magistrati berici (uno dei quali in pensione) che erano stati accusati da un penalista di non avere correttamente svolto alcune indagini penali in un caso «di malasanità» che aveva coinvolto l'ospedale di Vicenza.

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