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VIDEO | I Pfas nell'ambiente? «Non ci dovrebbero proprio stare»

Il dottor Cordiano, presidente di Isde medici per l'ambiente commenta l'andamento del processo per lo scandalo ambientale attribuito alla Miteni

Vincenzo Cordiano è il medico valdagnese che per primo sollevò il problema dei risvolti sulla salute e sull'ambiente della contaminazione da Pfas che attribuita in gran parte alla trissinese Miteni, ha colpito Veronese, Vicentino e Padovano. Ai microfoni di Vicenzatoday.it Cordiano (che peraltro è presidente di Isde medici per l'ambiente sezione del Veneto, una associazione ambientalista che è parte civile nel processo in corso a Borgo Berga) parla di quello che da molti esperti viene considerato un vero e proprio tabù nel mondo della industria chimica. Le imprese del settore infatti depositano le formule di ogni nuova molecola in una con la sostanza in purezza presso un archivio europeo delle molecole artificiali. Queste molecole in purezza (dette in gergo matrici, o kit o standard) sono necessarie ai soggetti pubblici quando questi, o per ragioni di studio o nell'ambito di inchieste, debbono verificarne la dispersione nelle matrici ambientali. La questione di fondo è che però la disciplina europea di riferimento (nota come Reach), facendo leva sulla prominenza dell'interesse privato, ossia della tutela dei brevetti e delle formule, rende pressoché inaccessibile questo database il cui funzionamento è in capo alla agenzia chimica della Ue, ossia la Echa. Da anni gli scienziati più sensibili ai temi dell'ambiente e meno sensibili alle istanze della grande industria conducono una battaglia forsennata («che deve fronteggiare una delle lobby più potenti del Continente») affinché quei data base siano accessibili alle autorità pubbliche e agli enti di ricerca. Questo problema, non è la prima volta per vero, è stato sollevato ieri proprio da Cordiano. Il quale a margine dell'udienza ha ribadito che dal suo punto di vista i Pfas nell'ambiente non dovrebbero proprio esserci, ossia i loro livelli «dovrebbero essere pari a zero si perché sono nocivi, sia perché non sono sostanze come alcuni metalli pesanti o radioattivi che comunque si trovano in natura in alcuni luoghi». Cordiano ai microfoni di Vicenzatoday.it critica alcune affermazioni proferite in aula da Stefano Polesello, ricercatore del Cnr ascoltato come teste proprio ieri durante il processo Miteni.

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