VIDEO | Centrale di filtraggio a Canove? Il punto di Bevilacqua
Il primo cittadino di Arzignano spiega quali sono le strategie messe in campo dagli enti pubblici per ridurre al minimo i derivati del fluoro presenti nella rete idrica del comprensorio
I livelli dei Pfas, i temibili derivati del fluoro nella rete «idropotabile» del comprensorio arzignanese si attestano sui 60 nanogrammi per litro: una sogli al di sotto rispetto a quella di 300 nanogrammi per litro individuata dalla Regione Veneto. Quel limite di 300 nanogrammi per litro però, secondo una buona parte degli esperti e secondo la rete ambientalista del Nordest, costituisce una cifra «del tutto arbitraria» che non tiene conto del fatto che i Pfas si «accumulano biologicamente nei vegetali, negli animali e negli umani» ha spiegato ieri il medico arzignanese Giovanni Fazio, volto storico della associazione ecologista Cillsa, la quale nella biblioteca civica della città del Grifo, ha parlato a lungo dell'affaire Pfas. Accusando senza mezzi termini la Regione Veneto, sulla falsa riga di un manifesto per un nuovo impegno ambientalista, «di non volere censire i pozzi privati dai quali si capta ancora l'acqua per uso civile, agricolo o zootecnico». Ad ogni modo ieri il sindaco di Arzignano Alessia Bevilacqua durante la serata davanti ad un centinaio di uditori ha specificato il suo pensiero. Spiegando che Acque del Chiampo, la spa intercomunale che gestisce il ciclo idrico nel distretto, su input delle municipalità, sta per approntare una centrale di filtraggio in zona Canove in modo tale «da abbattere in modo pressoché risolutivo» la presenza dei Pfas nella rete idrica dei comuni. Ora, in attesa che la centrale sia completata, Bevilacqua, ai microfoni di Vicenzatoday.it, ha spiegato come nel frattempo gli arzignanesi possano usufruire gratuitamente dell'acqua dei distributori dislocati nel territorio comunale.
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