Un legale milanese e uno leccese chiedono lumi alla magistratura per alcune condotte della Gdf di Cittadella. Che «senza ragioni apparenti» avrebbe inserito negli atti di una indagine a carico del loro assistito, noto per aver segnalato per primo le magagne ambientali dell'affaire Safond nell'Alto vicentino, una «strampalata» segnalazione all'ufficio anti-riciclaggio di Bankitalia in cui compaiono i nomi dei due professionisti. Nel frattempo sulla vicenda incombe l'ombra di un intrigo che lambisce il caso Becciu-Marogna nonché l'operato dei servizi segreti: l'esposto infatti è stato indirizzato pure al Copasir
È la bordata di Riccardo Sindoca nell'ambito di una «intricatissima vicenda» che fa da trait d'union tra l'affaire Safond e il caso della presenza della mala nel litorale veneziano. Già agente dei servizi il padovano spara a zero: «dalla ex di uno degli imputati del processo Eraclea sono stato preso di mira con addebiti gravi, ma rivelatisi subito privi di ogni sostanza. Tuttavia la procura di Vicenza pretende di archiviare la denuncia sporta da me per calunnia. Per questo ho segnalato la condotta della magistratura berica a Trento»
Dopo il sopralluogo da parte delle autorità alla fabbrica, al centro di un maxi caso di inquinamento, l'assessore all'ecologia del piccolo comune della Valle dell'Agno fa un primo bilancio tra dubbi e certezze in materia di risanamento ambientale
Mentre il processo per il maxi inquinamento da derivati del fluoro attribuita alla ditta della Valle dell'Agno la rete ambientalista contesta palazzo Balbi giudicando non adeguato il monitoraggio su persone e alimenti in relazione alla contaminazione che ha colpito il Veneto centrale
A dare l'annuncio è la stessa ditta che dopo l'avvicendamento in ambito proprietario ha cambiato il suo nome in Silva. Frattanto però rimane la preoccupazione della rete ambientalista veneta in merito al reale stato del sottosuolo: gli attivisti poi si domandano che fine abbia fatto l'inchiesta penale deflagrata dopo la denuncia inviata alle autorità dal consulente padovano Riccardo Sindoca
Al processo per l'affaire Miteni il Noe punta l'indice sulle presunte inadempienze dei vertici societari accusati di aver segnalato tardivamente alle autorità un inquinamento in atto da anni ed ascrivibile al suo ciclo produttivo
Lo rivela Riccardo Sindoca, l'ex 007 padovano che con le sue denunce fece «deflagrare l'affaire Safond». Il 53enne, da tempo rimasto invischiato in un vortice giudiziario pieno di colpi di scena, professa la sua estraneità rispetto alle contestazioni rivolte a lui nel tempo e torna a puntare l'indice sulla procura berica: che al momento non replica
Una associazione ambientalista presenta un esposto fiume in cui chiede di verificare eventuali interramenti illeciti sotto il sedime della Spv. La segnalazione al Noe chiede anche verifiche sulla presenza di Pfas nei cantieri della grande opera: frattanto sulla intricata vicenda della società dell'Alto vicentino spunta un carteggio bollente