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Troppe pippe invocando il calcio champagne

Forse ultimamente la qualità del gioco non è eccelsa ma il Lane ha dalla sua numeri da record e una consolidata posizione da capolista. Le critiche degli esteti ad oltranza paiono davvero fuori luogo.

Prima di farsi troppe pippe sulla prestazione di ieri del Vicenza, forse qualcuno potrebbe provare ad immaginare come avrebbe potuto essere oggi la classifica del girone B di serie C se ieri i biancorossi fossero incappati in una sconfitta e la Regia avesse saputo mantenere il vantaggio al Cabassi.

Li aiuto io, rammentando loro l’ipotetico quadro: Vicenza 56 punti, Reggiana 54. Come dire, campionato rimesso in discussione, visto che il 1 marzo metterà in programma lo scontro con i granata in terra emiliana. Il quadro odierno, per fortuna è molto differente, con la capolista che si stacca vieppiù dalla diretta inseguitrice, relegandola a 6 punti di distanza. Tallonata proprio dai carpigiani, il cui handicap è di 7 lunghezze.

Dietro al trio di testa si va scavando un vuoto importante, con il Sudtirol a 45 (che perde a Fermo), il Padova a 44 (fermo sul pari a Cesena) e la Feralpi Salò a 43 (unica che porta a casa i tre punti, col Fano). Domenica turni abbordabili per biancorossi (in casa con la Virtus Verona) e granata (anche loro in casa, con l’Arzichiampo) mentre un po’ più impegnativo è il compito del Carpi, che affronterà il derby col Piacenza.

Ma torniamo alla partita disputata dagli uomini di Di Carlo nelle Marche. Non è stato calcio da spellarsi le mani, tuttavia per almeno mezza gara (i 30 minuti iniziali più il quarto d’ora conclusivo) c’è stata una sola squadra in campo e non erano certo i padroni di casa. Nella parte restante il match è stato più equilibrato, con un certo predominio territoriale della Vis. Ai punti non avrei dubbi nell’assegnare una preferenza complessiva al Lane. Il quale non ha prodotto un calcio champagne, ripetiamo, ma nemmeno ha ripetuto l’incontro confusionario e macchinoso visto col Gubbio.

Se vogliamo metterla sul piano delle occasioni, Pavan & C. possono recriminare sull’episodio da rigore del 25’ e sulla paratona di Grandi al 65’. Ma il Vicenza mette nel conto il gol annullato a Rigoni e la doppia occasionissima arrivata sulle zucche di Nalini e dello stesso mediano di Cogollo, al 67’ e al 77’. Tra le indicazioni più importanti del pomeriggio di ieri, la crescente personalità di Pontisso, il ritorno ad alti standard di rendimento di Vandeputte e la conferma del valore del neo acquisto Nalini, che ha fatto vedere i sorci verdi agli avversari sulla sua fascia di competenza.

Ricordato tutto questo, appaiono veramente fuor di luogo certi commenti critici apparsi soprattutto sul web. Una minoranza, è vero. Ma capace di inquinare l’ambiente in un momento nel quale si dovrebbe remare tutti dalla stessa parte. Il Vicenza è saldamente capolista, non perde da 12 partite, ha la migliore difesa del calcio professionistico e una società sempre presente. Chi vuol veder giocare il Barcellona o il Bayern si accomodi al Camp Nou o all’Allianz Arena. Questa è serie C, bambole! Parliamo dell’inferno del calcio: uscirne significa lagrime e sangue.

La chiave di volta sarà la continuità, non i riti onanistici alla Dea Eupalla. L’invito, dunque, è di lasciar lavorare il tecnico nella migliore condizione possibile, senza andare a cercare il pelo nell’uovo. Non va in scena uno spettacolo sublime? E chissenefrega… Come diceva Indro Montanelli, invitando a votare DC nonostante la Balena Bianca fosse quasi improponibile (e ciò vale oggi per la pattuglia degli incontentabili): “Turatevi il naso”.

Quel che conta è liberarsi dai pantani della Terza Serie e tornare a respirare aria d’alta quota. Di stare là sotto non se ne può davvero più… Ultima annotazione. Ieri sera dopo un mio messaggio che gli rimproverava di averci castigato ancora una volta, il figlio d’arte Lelj mi ha risposto con un sms immediato: “Comunque, sempre forza Lane!”. Apprezzo il gesto d’amore dell’ex ragazzino che vestì la maglia dell’Union S. Bortolo Fiamma, ma la raccomandazione è sempre la stessa: “Tommy, che ne dici di smetterla di romperci maroni?”

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