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Lane, siamo tutti nella...emme

Il post partita e le pagelle di Alberto Belloni

LANE: SIAMO TUTTI NELLA… EMME

E’ solo uno dei tanti cori beffardi che hanno accompagnato al Menti la sconfitta (0-2) del Vicenza contro la Virtus Verona. Primo tempo abbastanza equilibrato, chiuso però dal gol dell’ex Danti che porta in vantaggio i rossoblu. Ripresa con i biancorossi catatonici che ne beccano quasi subito un altro e non riescono ad imbastire uno straccio di reazione. Conferenza stampa di fine partita disertata dal tecnico (o ex tecnico) Modesto e da tutta la dirigenza berica. Formazione iniziale biancorossa che lascia tutti perplessi: fuori Ronaldo (dato ieri per arruolabile) e centrocampo con Zonta in interdizione. Nella ripresa girandola di innesti, con Greco a fare il terzino sinistro e Dalmonte quello destro. Begic e Ferrari non pervenuti. Stoppa e Della Morte con le polveri bagnate. Si salva solo Rolfini, che per un’ora appare alquanto ispirato. Poi, cala la notte più profonda, con il pubblico che non ha nemmeno più le lagrime per piangere. Alla fine circolano già i primi nomi per la panchina ma le decisioni della società saranno rese note solo domani. I lettori mi scuseranno se anche questa volta mi astengo dalle pagelle analitiche, limitandomi ai soli voti. Come dopo la Feralpi Salò, dunque, limitiamoci a qualche considerazione più generale.

LE PAGELLE DEL “BAFFO”

IACOBUCCI: 6+

NDIAYE: 6

PASINI: 5/6

SANDON: 4,5

(STOPPA): 5

BEGIC: 4

(JIMENEZ): 5+

ZONTA: 4,5

(CAVION): 5+

GRECO: 5

DALMONTE: 5,5

DELLA MORTE: 5+

(VALIETTI): 5

ROLFINI: 6/7

(GIACOMELLI): 5,5

FERRARI: 4

All. MODESTO: 4

NEL PRIMO MISTERO MISERICORDIOSO SI CONTEMPLA UNA SQUADRA CHE DOVEVA VINCERE IL CAMPIONATO CON 20 PUNTI DI VANTAGGIO.

Ieri sera un collega veronese si chiedeva (e mi chiedeva) come fosse possibile che un club come il Vicenza si lasciasse scappare la chance della Cadetteria. Il suo ragionamento non faceva una grinza, quando mi enumerava la ragioni per cui il Lane avrebbe dovuto, a rigor di logica, stare nel gradino più alto della graduatoria: 1) proprietà nelle mani di uno dei 20 uomini più ricchi in Italia; 2) blasone tra i più prestigiosi del calcio nazionale; 3) pubblico da serie maggiore; 4) rosa importante della prima squadra e panchina qualitativa; 5) turn over di tecnici nell’ultimo quinquennio (Colella, Serena, Di Carlo, Brocchi, Baldini, Modesto); 6) tre DS alternatisi nella stanza dei bottoni (Seeber, Magalini, Balzaretti/Vallone), più due DG (Bedin e Sagramola). Io purtroppo non avevo risposte esaurienti da fornirgli. Non c’è un motivo reale perché questa piazza non sia riuscita a decollare. Ci si affida ora la roulette dei play off, verosimilmente con un nuovo timoniere, il quale arriverà magari senza conoscere giocatori e ambiente. E con una squadra che non pare proprio in grado di affrontare gli spareggi con le armi che servono nel round finale: coesione, grinta, lucidità e continuità. Naturalmente la speranza è l’ultima a morire e nessuno può escludere che questo gruppo, sballottato nella tempesta perfetta, possa trovare alla fine una sua fisionomia vincente. Ma dopo aver visto il film di Salò e di ieri al Menti, la speranza sembra davvero l’ultima dea. Quella dei disperati. E ci si domanda: con che spirito questa Armata Brancaleone si presenterà domenica al Nereo Rocco, contro una Triestina che sta trovando ultimamente la verve che mai aveva mostrato quest’anno? Mentre scrivo queste righe non so ancora chi sarà il Taumaturgo chiamato alla cerca del Graal. Baldo Baldini, cui si chiederebbe di ripetere il miracolo dello scorso anno. Miracolo riuscito solo a metà, come ricorderete tutti. Volete che vi dica la mia? Non so quale sarà il finale del film. Ma so qual è l’ingrediente per dare davvero una svolta alla china che sembra irreversibile: un pizzico di umiltà e di capacità di partire dall’ammissione dei propri errori. L’autocritica non è prerogativa dei perdenti. Anzi. Potrebbe essere il mattone più importante per una vera inversione di tendenza.

DALLA SPONDA VERONESE (visto che quella berica resta desolatamente vuota)

Mister FRESCO: “Mi dispiace per il Vicenza, società con la quale abbiamo eccellenti rapporti. Conoscevamo la loro forza e abbiamo adottato la tattica giusta, perché con un attacco tanto forte se sbagli le uscite paghi subito dazio. Dico ai tifosi però di tenersi stretta la famiglia Rosso, perché è molto difficile trovare proprietà migliori di questa. E mi dispiace anche per il mio collega Modesto, che è bravo e molto coerente con la sua idea di calcio. Nel nostro mestiere talvolta è difficile lavorare con una rosa che hanno scelto altri…”

DANTI: “Nel primo tempo entrambe le squadre hanno fatto la partita e hanno avuto occasioni. Bravi noi ad andare in vantaggio per primi e poi raddoppiare. Noi giochiamo sempre a viso aperto. Il Vicenza ci porta bene, anche quando perdiamo. Dalla sconfitta a Verona dell’andata per 1-2, è partito il nostro periodo vincente, con 38 punti in 19 partite. Il Vicenza è una squadra molto forte, ma in serie C quando prendi troppi gol non si vince mai il campionato.”

TALLARICO: “Noi eravamo mentalmente più liberi di loro. Siamo venuti al Menti senza presunzione, sapendo che c’era da soffrire, ma consapevoli che abbiamo qualità di gioco e corsa. Direi che abbiamo fatto una partita perfetta.”

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