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LR Vicenza-Rimini: Pit stop per i biancorossi per registrare il motore

E' già una partita delicatissima quella in programma mercoledì al Menti contro i romagnoli di Righetti, che hanno sconfitto una delle "corazzate", la Triestina. Colella è chiamato a migliorare il rendimento in difesa e in attacco

Le perplessità emergono soprattutto in due settori: la difesa e la linea della trequarti. Quello della retroguardia è un mistero buffo che speriamo debba risolversi quanto prima. In realtà è quasi incomprensibile che il pacchetto che l’anno passato è stato uno dei più collaudati della categoria mostri quest anno tanti limiti.

Incomprensibile perché in pratica presenta la medesima composizione al centro (Pasini e Bizzotto, più Bonetto) e ai lati (a Renate infatti c’erano Andreoni e Stevanin) e con a disposizione davanti la vecchia mediana di Colella (Salvi, Nicolò Bianchi e Zonta, integrata dal solo De Falco). Aggiungiamoci che il tutto funziona secondo gli schemi di un 4/2/3/1 che è stato la Bibbia del Bassano 2017/2018.

Nonostante ciò, sia contro la Giana che (ancor più) ieri contro i nerazzurri, il reparto è apparso spesso incerto, confusionario e distratto. La partita al “Città di Meda” è stata largamente dominata dal Vicenza sul piano del gioco, il che rende difficile spiegare come in questo quadro di possesso palla, l’undici biancorosso sia riuscito nell’impresa di subire un gol, due pali clamorosi e un’occasionissima sventata da Grandi.

Il film del secondo gol, in particolare, è disarmante nella sua assurdità. Subito dopo essere passato in vantaggio, il Lane è si lasciato prendere in contropiede, finendo con tre difensori contro quattro attaccanti nella propria area. Un autentico harakiri che ha rimesso tutta in salita la gara. Per noi profani del calcio, la figura di Mantovani (relegato in panchina) aleggiava sul campo come il Convitato di Pietra.

Ma più in generale ci sono alcuni meccanismi da registrare. Già in precampionato, e contro avversari non eccelsi, era emersa qualche ruggine nell’argine di contenimento. La difesa deve assolutamente tornare ad essere il baluardo su cui costruire il risultato finale e il mister qualcosa dovrà fare alla svelta per inquadrare i suoi…

Passiamo ora alla linea dietro alla punta. La strategia di Colella chiede ad Arma un lavoro impegnativo, nel quale all’ex alabardato tocca svariare sull’intero fronte offensivo per creare spazi ed opportunità ai compagni che si muovono da dietro. Ebbene, in questi primi 180’ il marocchino ha interpretato con abnegazione il suo ruolo (prendendosi pure qualche critica per non essere abbastanza presente negli ultimi 10 metri) ma ad essere mancati, quasi totalmente, sono stati proprio gli inserimenti dei trequartisti.

Giacomelli è quello che ha dimostrato maggiore personalità, nonostante i soliti difetti di intestardirsi spesso nella giocata individuale. Non ci si può aspettare, tuttavia, che sia lui da solo a far girare le partite. Laurenti è un talentuoso che avrebbe nel piede il guizzo giusto per scardinare le difese chiuse, ma ha mostrato solo a tratti il suo valore. In Lombardia, ad esempio, la sua presenza si è fermata al tabellino, dopo che invece col Giana era stato uno dei più positivi.

Le pagelle

Quanto a Curcio, il suo rendimento resta una specie di mistero. Si tratta di un giocatore di valore (Fausto Rossi, che l’ha avuto come compagno alla Juve, lo definisce come un elemento che può fare la differenza) ma quello che abbiamo visto sin qui è solo l’ombra della punta ficcante conosciuta all’Arzachena. Problema di incompatibilità col modulo oppure semplicemente ritardo di forma? Il risultato, comunque, è che la squadra fa una fatica tremenda ad impensierire i portieri avversari: crea gioco, costruisce opportunità, ma quando vai a contare i tiri in porta il bilancio è deprimente. Anche qui c’è bisogno della mano sapiente di Giovanni Colella.

In conclusione

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