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E ora Di Carlo trema...

Secondo flop del suo Vicenza, stavolta davanti al pubblico del Menti

Biancorossi battuti 0-2 da un Frosinone tonico e organizzato, ma non certo trascendentale. Uniche sufficienze tra i berici quelle di Pizzignacco e Zonta. Per il resto, è notte fonda.

PIZZIGNACCO 6+: uccellato senza troppe colpe dal colpo di testa di Ciano, peraltro lasciato libero di battere a suo piacimento, salva poi in almeno tre occasioni la sua porta, evitando un risultato che poteva diventare umiliante.

CALDERONI n.g.: nei primi minuti mostra qualche impaccio a contenere la catena ciociara Zampano/Canotto. Poi prende un brutto colpo ed è costretto a lasciare il campo.

(BRUSCAGIN) 5: schierato in una corsia che non gli è usuale mostra subito impaccio. Da quella parte i gialloblù maramaldeggiano. Nel tentativo di porvi rimedio si becca il giallo al 27’. Al 32’ si lascia scappare Canotto, che per poco non porta in vantaggio i suoi. Anche il secondo tempo è tutto di sofferenza.

BROSCO 5+: all’esordio da titolare regala qualcosa in più alla difesa sulle palle aeree ma nell’occasione del primo centro dei ciociari anche l’ex capitano dell’Ascoli si fa trovare fuori posizione. Di buono c’è che resta in campo fino al triplice fischio, segno che la condizione sta migliorando.

CAPPELLETTI 5: anche il Cappe non è al meglio. Fatica più volte a mettere una pezza sulle iniziative dei quattro peperini di Grosso e condivide le responsabilità sulla zuccata di Ciano che porta avanti gli ospiti. Molto lontano dallo standard cui ci ha abituati.

DI PARDO 5+: inizia in modo promettente, con qualche sgroppata che mette in difficoltà il Frosinone,  costretto alle maniere forti. Poi però sembra progressivamente consumare la benzina, lasciando a metà gara il suo posto a Ierardi. E’ giovane e non può che migliorare, portiamo pazienza.

(IERARDI) 5: la buona notizia è che la sua entrata in campo ne sancisce il pieno recupero. Quella cattiva è che la sua partita dura 32’ ma nessuno se ne accorge…

RIGONI 5-: Luca è una mezzala naturale ed in più porta sul groppone quasi 37 primavere. Puoi chiedergli di fare l’uomo d’ordine, mettendo a frutto la sua esperienza. Nella battaglia contro Maiello & soci, piazzato davanti alla difesa, finisce nel tritacarne della maggiore vigoria avversaria e diventa un assoluto comprimario.

(PONTISSO) n.g.: a forza di interpretare il ruolo di play basso, che non ama e non sente suo, si è intristito e non somiglia lontanamente al giovane promettente che era. O torna a fare il suo lavoro oppure è inutile fargli fare ulteriori brutte figure.

ZONTA 6-: per metà gara cerca di cantare e portare la croce, correndo su ogni palla e in ogni parte del campo. Così facendo si spompa e nella ripresa, quando il Vicenza avrebbe bisogno di lucidità e gamba per cercare il pareggio, lui non ha più né l’una né l’altra.

(GIACOMELLI) n.g: giusto la voglia di cambiare con un colpo dei suoi l’abbrivio della gara. Non gli riesce nessuna magia e deve adattarsi alla resa senza condizioni. 

DALMONTE 4+: è in lizza pure lui per la palma di pippero di giornata. Non c’è dubbio che sia un giocatore che ha talento e inventiva per cambiare da solo le sorti di una partita. L’ha già fatto in passato. Ma quando gioca (o non gioca) come oggi non solo è pedina normalissima ma anzi un handicap per la squadra.

LANZAFAME 5,5: non brilla come altre volte, ma ha il merito, almeno finchè il fiato gli regge, di cercare con insistenza il dialogo con la prima punta. Non gli riesce granchè ma almeno tiene in apprensione la difesa frusinate con la sua tecnica. Al 72, quando la spia rossa si accende, il mister lo fa uscire

(LONGO) 5: avevo giurato che se segnava il Meravigliao mi sarei inginocchiato davanti alle telecamere facendo mea culpa e cospargendomi il capo di cenere. Mi sono risparmiato Canossa, perché il capelluto giovin signore, dopo essersi fatto ammonire in 10 secondi, ha impiegato i 28 minuti restanti a fare lo spettatore non pagante.

DIAW 5: si vede che ha una voglia dannata di essere protagonista coi gol. Ma un bomber cinico certe occasioni non le butta al vento. Era già successo in gare precedenti. Succede anche al Menti, al 4’, quando dopo aver bruciato sullo scatto il povero Gatti si presenta a tu per tu con Ravaglia. E’ un gol facile facile per un top player d’attacco, ma l’ex Monza non trova di meglio che tirare sul piede del portiere, vanificando un’occasione che avrebbe potuto cambiare il volto della gara. Poi si sbatte generosamente, ma la frittata è fatta.

Mister DI CARLO 4: senza attenuanti. Gli mancano ancora i tre/quattro elementi promessi per gli ultimissimi giorni di mercato, d’accordo. Un esterno sinistro basso, una punta e soprattutto un mediano e un regista gli servirebbero come l’ossigeno che respira (anche se il mister ha più volte dichiarato nel recente passato, con una certa protervia, che la squadra può già andar bene così) ma c’è qualcos’altro che non quadra. Il Frosinone, qualitativamente, non è sembrato una squadra di marziani. Ma contro il Lane ha fatto la figura, specie nella seconda parte di gara, del Real Madrid. A fare la differenza il canovaccio di gioco che i biancorossi balbettavano confusamente e i loro avversari recitavano come un mantra vincente. E qui l’allenatore non può più chiamarsi fuori. Sarà il modulo utilizzato, sarà la disposizione in campo dei giocatori, sarà la condizione psicofisica (non sto a sputare sentenze perché non ho fatto Coverciano) quel che è certo è che lo spettacolo è stato deprimente e il Romeo Menti ha condito la delusione che una messe di fischi da parte del pubblico. Siamo solo alla seconda di campionato, è verissimo. La squadra è incompleta. Altrettanto vero. Ma di questo inizio alquanto sottotono Vicenza poteva tranquillamente fare a meno.

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