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Vicenza-Bassano tra l'asta deserta e il cupo finale

Le riflessioni di Alberto Belloni dopo la mattinata a Borgo Berga e verso l'ultima partita di regular season al Menti

Quando i cervelli fini di ViFin erano ancora in tempo per cedere la società a Boreas, ricevendone in cambio l’azzeramento quasi totale del debito. Sarà la storia ad indagare sulle misteriose motivazioni per cui Franchetto, Dalla Vecchia & C. si sono incaponiti in una polemica personale con Pioppi e Atzeni, ottenendo il brillante risultato di consegnare il club di via Schio prima al fallimento e poi (prevedibilmente) al declassamento nei Dilettanti. E rischiando così di rispondere per tutto il deficit non assorbito per legge dal curatore De Bortoli. C’è un’altra domanda nell’aria, di quelle da un milione di dollari. Un Vicenza fallito, che ricomincia dalle serie inferiori, troverà comunque qualcuno disposto a metterci la grana?

Perché, sfatiamo subito un mito, non è che fare una squadra per primeggiare in serie D comporterà un investimento tanto minore di quello che potrebbe essere necessario a disputare un campionato di routine in C. Si parla comunque di un milione di euro, forse due. Senza i contributi federali, senza 6.700 abbonamenti e con un botteghino da lacrime e sangue.

E’ con queste prospettive che Lerda si appresta a cercare i tre punti con il Bassano. Il quale non regalerà nulla, com’è giusto, ai cugini del Capoluogo. La cosa più interessante della partita di domenica, potrebbe dunque essere il clima che attende al Menti allenatore e giocatori. C’è chi ha chiesto di far giocare la Beretti. Chi ha intimato che la squadra rinunci alla casacca biancorossa.

La proposta più simpatica mi è sembrata quella di lasciare vuoto un intero settore della stadio, occupandolo con un grande striscione come quello che fu dedicato nel 1991 a Caramanno: “Pino, ecco i tuoi tifosi”.

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