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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La Ultrabericus della ripartenza incorona Rigodanza e Maran

Nella prova Urban vincono Corà e Clerc. Menegardi grande favorito chiude decimo, assente Modena

In casa Ultrabericus Trail l'edizione numero dieci si trasforma nella prova della ripartenza nell'assolato contesto di Campo Marzo a Vicenza, dove questa mattina sono partiti in oltre 1.300 concorrenti.

Sulla gara Urban (22 km e 750 mD+) podio conquistato dalla francese, ma vicentina di adozione, Melina Clerc (Tornado Team – 1:42:55) che mette in fila nell'ordine Marta Fabris (ASD Team KM Sport - 1:46:06) e Camilla Spagnol (ASD Verona Trail Runner – 1:46:15).

Al maschile ottima prestazione del padrone di casa Giovanni Corà (Tornado Team – 1:27:17) abile a staccare dall'inizio alla fine i diretti inseguitori Diego Nicoli (ASD Scarpe Bianche – 1:34:47) e Luca Scorzato (Vicenza Marathon – 1:34:54).

Sole e caldo hanno inevitabilmente infastidito e lavorato sui tempi finali in particolare nella prova Integrale (65 km e 2.500 mD+) dove la figlia d'arte Veronica Maran (Skyrunners Le Vigne Vicenza – 6:56:13) si è conquistata con le unghie e i denti la vetta della classifica davanti a due competitors di tutto rispetto come Stefania Merlo (MTRC – 7:01:12) e Marta Cunico (7:10:20). Nella prova al maschile che guardava con favore ai due recordmen Modena e Menegardi, ad avere la meglio è stato invece l'onnipresente Francesco Rigodanza (5:39:22), abile a scansare l'amico Roberto Mastrotto (Vicenza Marathon – 5:44:47), finito secondo, e mettersi dietro il comasco Manuel Bonardi (ASD Atletica Pidaggia 1528 – 5:56:14).

Partenza scaglionata nella mattina dal polmone verde vicentino di Campo Marzo, vestito a festa per l'occasione, nel rispetto delle normative anti-covd.

Roberto Mastrotto, trionfatore nel 2018 nell'altra prova firmata Ultrabericus Team, la Trans d'Havet, ha deciso di fare subito la lepre e dettare l'andatura. Al primo checkpoint di Pederiva ha messo qualche minuto dai primi inseguitori, Bonardi e Barnes, che gli giocano anche a favore facendo un poì da tappo a Rigodanza, deciso però a controllare per la prima parte di gara senza tanto curarsi degli avversari. A San Donato, passaggio di metà tracciato, recupera una prima posizione lasciata libera dall'argentino Barnes che pian piano è arretrato per correre con l'inseparabile compagna, Virginia Oliveri. Nel frattempo Mastrotto inizia ad accusare qualche contraccolpo che lo costringe ad abbassare il ritmo. Ne approfitta così Rigodanza che in una decina di chilometri si mangia due posizioni e si mette alla guida della corsa, scavando tra Torri di Arcugnano e l'arrivo un distacco salvifico di ben 5 minuti proprio su Mastrotto e di oltre 15 minuti su Bonardi, assicurandosi la vittoria di giornata, dopo tanti tentativi non andati a buon fine nelle scorse edizioni.

"Avevo molta paura del caldo - ha dichiarato Rigodanza - qundi sono partito con molta calma, fregandomene degli altri e senza orogologio. Non avevo idea di dove fossero gli altri. Semplicemente ho cercato di essere costante per i primi 50 km e poi ho recuperato gli altri, avendo dalla mia il vantaggio di essere fresco rispetto a chi ha già disputato Le Porte di Pietra o altre gare. Mi sono iscritto solo martedì perché mi sono infortunato domenica scorsa e puntavo ad arrivare attorno al 35esimo chilometro e poi correre con papà, ma è andata molto, molto bene. Forse bisogna non puntarci assolutamente e così riesco ad arrivare in fondo bene alla Ultrabericus".

Niente da fare per i due favoriti del pre-gara Christian Modena alla fine non è nemmeno nel novero dei partenti, mentre una brutta distrazione costa cara a Marco Menegardi che fiisce fuori strada e perde circa dieci minuti fondamentali per avere un ruolo primario nella gara. Alla fine chiude appena dentro la top ten.

Al femminile la prima a provare a fare il ritmo è Alessandra Olivi, volto già noto sui Colli Berici, dove ha già infilato un quinto posto nel 2016, due 14esimi piazzamenti nelle successive due edizioni e poi settima nel 2019. Al transito di Pederiva è lei davanti a tutte, tallonata da Viriginia Oliveri, Stefania Merlo, Veronica Maran e Marta Cunico. 10 km e la situazione cambia, con la Oliveri scivolata indietro e le restanti che si fanno sotto. A San Donato il trio Merlo, Cunico, Maran guardano i fanalini di coda della Olivi, decise ad premere sull'acceleratore.

E così succede, con la Maran che sgasa alla volta di Torri di Arcugnano e balza in testa alla corsa, decisa a restarci. Con Olivi in quarta posizione, resta a Merlo e Cunico tentare l'ultimo arrembaggio ad una Maran ormai involata sull'assolato rettilineo finale. Al rientro in Campo Marzo è proprio la portacolori del team Skyrunner Le Vigne a fermare per prima il cronometro sul tempo di 6:56:13, distanziando nell'ordine la Merlo di 5' e la Cunico di quasi 15'.

"Sono contentissima e non ho parole - racconta Maran - il merito va a tantissime persone che mi hanno accompagnata, amici e parenti, e hanno reso questa gara davvero entusiasmante. Qualcosa nei geni di papà (ndr – Stefano Maran, presidente Skyrunners Le Vigne) ci deve essere perché mi ha trasmesso questa bellissima passione".

Per lei il “bagno di folla” di amici e parenti, insieme all'immancabile abbraccio di papà Stefano, che nel frattempo aveva chiuso con un ottimo sesto posto nella prova Urban.

Integrale_vincitori_Rigodanza-Maran-2

Altra storia è stata invece la gara Urban, dove un altro vicentino, Giovanni Corà, dallo sparo d'inizio si mette davanti e non ne ha più per nessuno. Uno sguardo alle spalle, di tanto in tanto, per controllare il diretto inseguitore, l'albanese Klajdi Jaupaj, poi squalificato per la mancanza dell'equipaggiamento obbligatorio. Appena più indietro i vari Vigolo, Malusa, Maran, Bertoni e Pianegonda provano a rifarsi sotto, ma non hanno fatto i conti con Diego Nicoli e Luca Scorzato che, come fossero comparsi dal nulla, scalzano le prime posizioni e si mettono alle calcagna di Jaupaj. Sul traguardo Corà lancia la sua solitaria con le braccia al cielo, mentre la squalifica dell'atleta albanese Jaupaj subito comminata dai giudici di gara, fa slittare la classifica assegnando la seconda piazza a Nicoli, distaccato di sette minuti e mezzo dal campione di giornata, con Scorzato che a quel punto agguanta l'ultimo posto disponibile sul podio a poco meno di 8' da Corà.

Sul fronte rosa si sapeva che Melina Clerc avrebbe cercato di giocare le giuste carte per la vittoria e così è stato. L'atleta francese, ma vicentina d'adozione, ha tenuto la testa della corsa dal primo all'ultimo minuto, lasciando a sgomitare per le restanti posizioni le varie Fabris, Spagnol, Pozza, Scorzato e Chemello. Il traguardo sancisce inesorabilmente la sorte della battaglia, assegnando alla Fabris la seconda piazza e la terza alla Spagnol, vincitrice quest'anno alla Ronda Ghibellina.

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