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Serie B addio, gli ultras: "Basta torpore, lottiamo per il Vicenza"

A 24 ore dalla cocente sconfitta nel primo turno dei play off, maturata proprio al Menti contro il Savona, i tifosi Uniti per il Lane, dicono la loro in un lungo e sofferto comunicato

Non sono passate neanche 24 ore dall'addio del Vicenza al sogno di tornare in fretta in serie B, che gli ultras biancorossi fanno sentire la loro voce, con un lungo comunicato che analizza la situazione in via Schio.

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"Troppi anni sono ormai passati dalla vecchia e gloriosa presidenza di Pieraldo Dalle Carbonare (il nostro unico e vero presidente), anni passati per lo più a criticare, stramaledire e contrastare quella nuova e mal digerita proprietà inglese, troppo distante e diversa dalla nostra storia, cultura e passione. Quegli inglesi così legati al solo profitto, al loro sporco profitto -scrivono, firmandosi Uniti per il Lane -  Quante volte abbiamo aspettato e sperato che l’imprenditoria vicentina rialzasse la testa e potesse ridare alla nostra città, alla nostra provincia ed ai nostri colori quella passata e meritata gloria. Almeno questo si sperava o per lo meno si sognava, ma ci sbagliavamo di grosso!"

"E’ vero, nuovi imprenditori sono arrivati, ma con loro un nuovo e triste capitolo, pagine nere nella nostra centenaria e prestigiosa storia. Quattro anni sono passati, quattro anni farciti di errori e orrori, quattro anni di umiliazioni ed inca**ature! Che questo matrimonio tra il popolo biancorosso e la nuova proprietà non abbia avuto un felice inizio, si capì fin da subito - proseguono -  L’accoglienza nei confronti di Cassingena e soci fu alquanto fredda, ma come dare torto ad una piazza così scottata e delusa da quelle iniziali promesse inglesi ed ancora così aggrappata a un non lontano passato di successi e gioie. Ma nonostante tutto, questi cronici malati di Lane erano già ben pronti a dare merito e gloria ai nuovi “salvatori”, gloria che però aspettava solo fatti concreti e non semplici parole. Aspettavamo insomma quel unico ma imparziale giudizio, quel rettangolo verde che spesso ci ha visto piangere ma soprattutto gioire ed esultare".

"Il campo però, inesorabile come la falce, comincia a scrivere il suo severo giudizio ed in veloce successione vomita fuori una retrocessione, una salvezza all’ultima giornata, una sofferta e triste salvezza a 10 minuti dalla fine e per concludere questo impietoso e desolante penultimo posto. Non dimentichiamo il poco glorioso record di sconfitte casalinghe, quasi trenta in tre stagioni e mezza - ricordano - Tutto questo lascerebbe poche attenuanti ma sarebbe anche limitativo ci potremmo dire, il calcio è il calcio e le cose non sempre vanno come si vorrebbe. Diamo fiducia e guardiamo più in la, la certosina programmazione futura, la crescita dei nostri vivai, l’importante presenza tra la gente dei nostri “salvatori”, il rinnovato e futuro patrimonio giocatori".

 "La tristezza allora si fa ancora più soffocante, programmi non se ne conoscono, tranne quella ripetuta ed irritante cantilena che parla di debiti da pagare. Guardiamo al nostro vivaio, a quel settore che ha sfornato e regalato al calcio italiano campioni e prestigio, a quella primavera in primis, che ora lotta più per non aggiudicarsi la maglia nera di ultimo in classifica che per ambiti traguardi. La speranza allora si attacca al patrimonio giocatori, vero polmone di ogni piccola squadra, quei giovani acquisti che possano garantire quel crescente valore tecnico ma anche monetario per i nostri amati colori - elencano - Se quei “maledetti” inglesi ed il “loro” Sagramola sono riusciti a scovare e ad accaparrarsi importanti uomini come Bonanni, Rantier, Gonzalez, Biondini, Jeda e Padoin, vuoi che i nostri lungimiranti dirigenti non siano all’altezza!? Pesoli, Giubilato, Vanoli, Serafini e molti altri continuano a far piangere cassa e spettatori. Come possiamo avere speranza e fiducia in tutto questo, come possiamo credere in una proprietà ancora più distante e lontana dall’avvilito popolo biancorosso? In questi giorni tornano alla mente ricordi di badogliana memoria. Un Cassingena malato ma assente anche prima, un figlio inserito per comodo, un vice-presidente pronto ad essere il nuovo caso di “Chi l’ha visto?”, l’amministratore delegato Preto dato per disperso e un Nicola Baggio ormai da tempo smarcatosi dal tutto".

"Arriviamo infine al cambio farsa della presidenza, con l’insediamento machiavellico di un uomo di calcio (accompagnatore degli allievi per una stagione) e della gente, l’avvocato Luigi Polato. Se credete che non sia sufficiente pensiamo all’ultima operazione futuro, al nuovo stadio. Che alla gente interessi più un’ambiziosa squadra in serie B che una comoda poltrona in serie C sembra ovvio, ma che si scopra pure che nella lungimirante speculazione edilizia la nostra squadra rimanga una semplice inquilina, ci lascia allibiti - concludono - Persino il Centro Tecnico di Isola è stato concepito dalla vecchia dirigenza come patrimonio della società e come tale è stato ereditato, ed il futuro impianto? Il ringraziamento per aver salvato il Vicenza da un “possibile” ma non certo fallimento rimarrà sempre, ma non deve e non potrà più giustificare l’assoluta incompetenza ed il totale distacco da questo patrimonio, il nostro patrimonio… Svegliamoci da quel torpore che ha assalito la Vicenza calcistica, torniamo tutti insieme a sperare, sognare e soprattutto lottare, perché un nuovo e migliore capitolo si apra presto nella nostra storia!"

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