Il punto di Alberto Belloni: "Niente scuse, siamo il Lane"
Niente drammi. Perdere di misura in casa della seconda in classifica ci può stare. Specie se la sconfitta arriva a seguito di una buona prestazione nel primo tempo e non vergognosa nella ripresa
Ci sono tante partite da giocare e, se il campionato finisse qui, il Lane sarebbe ancora fuori dall’inferno dei play out. No de profundis e no spari sulla Croce Rossa. Ma attenzione a lasciarsi andare ad una litania che si inizia a percepire sia in via Schio che nei Bar Sport, la litania dei perdenti: la preparazione dimezzata, la rosa corta (specie dopo le diserzioni di Beruatto, Di Molfetta, Turi e del “Borriello dei Berici” Lanini), la Lanenovela, la cattiva sorte, gli infortuni e, naturalmente, gli arbitraggi.
C’è del vero in ognuno di questi argomenti a discarico, ma a questo punto serve a poco o nulla attaccarsi agli alibi. Il Vicenza sta lì in fondo non solo per tutti questi motivi, ma anche perché è una squadra con alcuni pregi e qualche difetto profondo. Le ultime uscite hanno impietosamente confermato un centrocampo non solo povero di alternative ma soprattutto monocorde: è forte e competitivo nella fase di interdizione e di pressing ma ha dei limiti endemici quando si tratta di avviare ripartenze efficaci.