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Salto in alto, la vicentina Vallortigara porta il Veneto sul podio mondiale

A Eugene l’altista supera i 2 metri e, con il bronzo, conquista la prima medaglia della spedizione azzurra ai Mondiali: “Il risultato che sogno da sempre”

Campionati mondiali di atletica a Eugene, Stati Uniti. Una splendida Elena Vallortigara supera i 2 metri  e conquista la medaglia di bronzo nella finale iridata dell'alto. Oro all'australiana Eleanor Patterson con 2.02, argento all'ucraina Yaroslava Mahuchikh, accreditata della stessa misura, ma battuta per un errore alla quota decisiva. La 31enne vicentina è perfetta fino a due metri (nessun errore), poi a 2.02 inanella i tre rossi che la portano al bronzo. Italia di nuovo sul podio dell'alto undici anni dopo il bronzo di Antonietta Di Martino a Daegu 2011. E’ così veneta la prima medaglia azzurra di questa edizione dei Mondiali.

UN BRONZO CHE VALE ORO -  La medaglia sognata per lunghi anni arriva in una fresca sera d’estate americana. La vicentina Elena Vallortigara coglie finalmente il tanto agognato (e meritato) riconoscimento internazionale indossando il bronzo nella finale dell’alto del Mondiale di Eugene. Il suo volo a due metri esatti per qualche istante è addirittura d’oro, poi i salti dell’australiana Eleanor Patterson (oro) e dell’ucraina Yaroslava Mahuchikh (argento) a 2.02 la riportano sul terzo gradino del podio. Ma non c’è, non ci può essere sentimento diverso dalla gioia per questa grande impresa di Elena Vallortigara, autrice di un percorso netto fino a 2.00 (con salti a 1.84; 1.89; 1.93; 1.96; 1.98; 2.00), e fiera combattente anche due centimetri più su, nella lotta per l’oro.Nello sviluppo della gara, prova dopo prova, gli errori tardano ad arrivare. In dieci superano l’1.93 e in 8 l’1.96, cinque di loro addirittura senza mai far cadere l’asticella (!). Tra loro anche Elena Vallortigara, efficace nell’azione, composta, in qualche occasione a sfiorare la barra, ma sempre con il ruolino immacolato. A 1.98 si comincia a sbagliare, ma l’azzurra e la Mahuchikh continuano la loro sfida sul filo della perfezione. Si resta in cinque quando il display fa cifra tonda, 2.00; l’altra ucraina, Gerashchenko, è terza (un errore a 1.96), l’australiana Patterson quarta (1.98 alla terza), l’uzbeka si tiene un tentativo di riserva dopo due errori a 1.98. L’attimo della magia: sbagliano tutte tranne Elena Vallortigara, perfetta fino alla caduta sui sacconi. Ora è lei la lepre, da inseguire in testa. Ma non è finita, perché, incredibile ma vero, riescono anche le altre tre, tutte al secondo tentativo. Si sale a 2.02, con Vallortigara chiamata per ultima in pedana. L’australiana Patterson (sorpresa) riesce subito, e va in testa, Mahuchikh ce la fa al secondo tentativo, mentre Gerashchenko e Vallortigara si fermano. L’italiana è medaglia di bronzo, riportando il tricolore su un podio mondiale dell’alto undici anni dopo Antonietta Di Martino, bronzo nell’edizione di Daegu 2011.

“LA MEDAGLIA CHE SOGNO DA SEMPRE” - Magica Elena, è la notte delle meraviglie a Eugene: “Questa medaglia pesa davvero tanto. L’ho desiderata, sognata, ne ho avuto paura, per tanto tempo. Dopo la delusione di Tokyo volevo scrivere un altro finale: ho trent’anni, quasi trentuno, non farò tante altre stagioni nell’atletica ma ho promesso a me stessa che questo obiettivo della medaglia mondiale l’avrei raggiunto”.

Negli occhi c’è la gioia, sempre sobria, posata, nel pieno stile di Elena Vallortigara, una donna forte, sensibile, che ha conosciuto più delusioni che trionfi e che finalmente salta sul podio più meritato. “Sì, sicuramente è una medaglia che vale una carriera, e spero non sia l’unica - prosegue la vicentina di Schio, portacolori dei Carabinieri - Penso di aver aperto un altro mondo a me stessa con questa manifestazione, sono veramente felice e orgogliosa di me, del mio allenatore Stefano Giardi, del nostro lavoro, di tutto quello che è stato fatto per arrivare fin qui. Farlo adesso, dopo tutto questo tempo, è veramente bello”.

Un lampo, i due metri ritrovati dopo quattro anni, da quel 2.02 di Londra del luglio 2018. “Quando ho saltato 2.00 al primo tentativo ho pensato che potesse davvero succedere qualcosa di meraviglioso. Ho sognato anche un altro colore per questa medaglia, ho pensato che non fosse così difficile. In realtà in tutta questa gara ho pensato che le misure non fossero così difficili: mi sentivo forte, in grado di saltare alto”. Mai così convinta, lucida, perfino rilassata dentro la gara, tra un salto e l’altro, sdraiata a terra per isolarsi da tutto ciò che la circondava. “Mi è dispiaciuto per i tentativi a 2.02, non so bene cosa sia successo, poi ne parlerò con il mio allenatore perché oggi sentivo che avrei potuto anche saltare il record italiano, però direi che posso essere contenta”.

La chiave è nella condizione fisica al top: “Per la prima volta arrivavo in una forma ideale - osserva l’azzurra, mai a medaglia tra le ‘grandi’ dopo due lontani bronzi mondiali giovanili da U18 e U20 - questo mi metteva quasi a disagio, per il fatto di sapere che stavolta andava tutto bene, a differenza del passato quando ho avuto avvicinamenti molto più difficili. Qui ho sentito di avere un grosso bagaglio di esperienza, fondamentale sia in qualificazione sia oggi. È stato tutto perfetto, tutto bello. Questo risultato, a partire dal primo turno, è stato il frutto di questo, e devo ringraziare il mio allenatore che ha saputo gestire la preparazione in modo perfetto e tutto il mio team che mi ha tenuta ‘tutta attaccata’ in questa occasione”.

Non l’ha vinta da sola, questa medaglia. “No, l’hanno vinta tutte le persone che ci sono ora, che ci sono state negli ultimi 6 anni in cui mi sono trasferita a Siena, ma anche in tutti gli anni che hanno preceduto questo periodo di maggiore stabilità ed equilibrio. Tutte le persone che hanno contribuito in modo personale e professionale a questo risultato: ho sempre avuto vicino la mia famiglia, il mio coach che ha creduto tantissimo in me. Da parte mia, credo di essere stata brava a non mollare mai, mi sono rimboccata le maniche e ho sempre trovato le soluzioni”.

Non è finita, non può essere finita qua, considerato pure l’Europeo di Monaco di Baviera che incombe (15-21 agosto): “Da domani mi aspetta qualche giorno di riposo, ho bisogno di andare dai miei genitori. Poi continuerò a lavorare perché questo era soltanto un obiettivo - raggiunto - di questa stagione, ma ce ne sono altri, altrettanto importanti. Si cavalca l’onda”. 

“Sono tanto felice ma devo ancora realizzare - saluta Vallortigara - mi aspettavo una reazione più emotiva, conoscendomi, invece per il momento mi sento molto tranquilla, ma sono sicura che stanotte non dormirò”. Come tutti gli italiani che hanno fatto il tifo per lei, davanti alla tv, assaporando la notte magica di Elena.

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