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Padova-Vicenza, l'amarcord di Alberto Belloni

Il giorno della partita in quel di Padova iniziava con la telefonata di mio padre a suo cugino Toni, che abitava a Tencarola, per aprire il teatrino degli sfottò: magnagati contro galline. Poi, via col treno, col pullman o a bordo delle rare autovetture. Allo stadio, tutti mischiati, padroni di casa e ospiti, con il rischio di qualche ceffone o qualche ombrellata durante l’incontro

Se dovessi scrivere lo spoiler della partita Padova-Vicenza, da dove partirei?

Senz’altro dalle immagini in bianco e nero di un Vicenza-Padova del 12 dicembre 1954, vinto dai biancorossi per 1-0 con gol di Motta (nella partita di ritorno all’Appiani fu 0-0) davanti ad un pubblico vicentino così numeroso da travolgere pacificamente le reti di recinzione e costringere l’arbitro Orlandini di Roma alla direzione di una gara con la gente giusto dietro alle linee laterali.

Io ero troppo piccolo e non posso ricordare l’evento. Rammento però benissimo mio padre, il quale considerava la gara contro la squadra del Santo come la vera straregionale. Il giorno della partita in quel di Padova iniziava con la telefonata a suo cugino Toni, che abitava a Tencarola, per aprire il teatrino degli sfottò: magnagati contro galline. Poi, via col treno, col pullman o a bordo delle rare autovetture. Allo stadio, tutti mischiati, padroni di casa e ospiti, con il rischio di qualche ceffone o qualche ombrellata durante l’incontro. Io, che sono di un’altra generazione, il match col Padova non l’ho mai sentito particolarmente.

Un po’ perché per molti anni le due squadre hanno militato in categorie diverse e molto perché nel frattempo era scoppiata quella profonda inimicizia nei confronti dei cugini gialloblù che ha di fatto cancellato ogni etichetta di derby con le altre squadre minori della zona, dal Venezia al Treviso, al Padova, appunto.

Questo campionato di Lega Pro,

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